giovedì 28 giugno 2012
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Il vero freno alla ripresa americana sono le economie locali, ha sentenziato pochi giorni fa il numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke. Milioni di americani hanno già provato sulla loro pelle quanto abbia ragione. A questi ieri se ne sono aggiunti 300mila quando la loro città, Stockton, la quarta più grande della California centrale, ha dichiarato bancarotta. Da oggi tutti i poliziotti, vigili del fuoco, insegnanti e impiegati comunali di Stockton si vedranno ridurre drasticamente lo stipendio.Molti – non è ancora chiaro quanti – verranno lasciati a casa, dopo che il 40% di tutti i dipendenti pubblici era già stato licenziato nel tentativo vano di evitare il fallimento. I pensionati perderanno un terzo del loro reddito. Intanto le banche si sono riprese anche il palazzo del Comune.In passato la città, collegata alla Baia di San Francisco attraverso la San Joaquin River, era un porto importante ed una città ricchissima, soprattutto ai tempi della febbre dell’oro, all’inizio dell’Ottocento. E ora Stockton non ha neanche il «primato» di essere la prima città Usa ad aver rinunciato a pagare i propri debiti. C’è il precedente di Vallejo, sempre in California, nel 2008, seguita da Central Falls, in Rhode Island, e persino da un’intera contea, Jefferson County, in Alabama. È però la più grande ad aver mai dichiarato fallimento e, secondo gli economisti, farà da battistrada a centinaia di altri centri urbani nei prossimi mesi.A tre anni esatti dalla fine «ufficiale» della recessione, infatti, i conti non tornano per le autonomie locali statunitensi. Il crollo del valore degli immobili ha ridotto gli introiti fiscali sulle case. Intanto i debiti sottoscritti dai Comuni negli anni di boom si fanno insostenibili, la disoccupazione generale restringe la base imponibile e i trasferimenti dagli Stati e dal governo federale si sono prosciugati.Per la famiglia americana media vivere in una città in rosso crea problemi immediati – dal rischio di perdere il posto o parte del salario a quello di non trovare posto per i propri figli nelle scuole fino all’aumento del crimine – proprio mentre le incertezze a livello nazionale non fanno che accumularsi. L’assenza di un robusto mercato del lavoro rende infatti difficile trovare impiego altrove e la quasi impossibilità di vendere casa senza perdere enormi somme scoraggia dal traslocare in cerca di migliori opportunità. A questo quadro si deve sommare la precarietà della riforma della sanità, sulla quale la Corte suprema si pronuncerà oggi stesso. Se la nuova legge voluta dall’Amministrazione Obama venisse bocciata, si stima che almeno 30 milioni di persone senza assicurazione sanitaria e con una malattia «pre-esistente» perderebbero il diritto a una mutua sovvenzionata che la riforma garantisce. Infine, la scure dei tagli per 500 miliardi in spese interne voluta dai repubblicani in Congresso che scatterà a gennaio non può che far peggiorare quantità e qualità dei servizi locali.I Comuni cercano di sopravvivere come possono, anche in modi non ortodossi. I conta-persone e i biglietti della metropolitana di Philadelphia portano già il logo degli hamburger McDonald. In Indiana, Kentucky e Tennessee i tombini sono stati dipinti con il simbolo della catena di fast food Kfc. Baltimora presto userà i camion dei pompieri sponsorizzati, mentre in Colorado, Texas, Arizona, Tennessee, Massachusetts e presto anche in New Jersey le mense delle scuole sono tappezzati di tabelloni pubblicitari.Ma l’alternativa, la bancarotta, fa ancora più paura. Stockton vive con il timore di un esodo di massa, che potrebbe trasformare la un tempo brillante comunità californiana in una città fantasma.
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