giovedì 5 novembre 2020
Secondo la Cnn, anche gli 11 voti dell'Arizona non sarebbero ancora del Dem. Decine di arresti a New York nei disordini seguiti a una manifestazione per il conteggio di ogni scheda
Il presidente degli Stati Uniti sarà il democratico Joe Biden (a sinistra) o verrà confermato il repubblicano Donald Trump?

Il presidente degli Stati Uniti sarà il democratico Joe Biden (a sinistra) o verrà confermato il repubblicano Donald Trump? - Ansa

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Il vantaggio dello sfidante Joe Biden sul presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è consolidato e il candidato democratico è più vicino alla Casa Bianca, tanto da far dire al suo staff, nella serata italiana, che "la vittoria è imminente". Ma la situazione resta ancora aperta, mentre si susseguono i ricorsi dello staff di Trump e le decisioni immediate dei giudici riguardo a essi.

Dei 270 grandi elettori necessari per ottenere la vittoria, Biden ne avrebbe già conquistati 264 secondo le stime di Ap, e 253 secondo valutazioni più prudenti come quella della Cnn, che dà per non ancora assegnata l'Arizona (11 voti). Trump è fermo a 214.

In un'America che appare particolarmente divisa, con proteste di piazza che rischiano di diventare violente, i due candidati sono testa a testa nella maggior parte dei 50 States. Continua la sfida all'ultimo voto negli Stati chiave, dove i conteggi vanno avanti: in particolare Nevada, Georgia e Pennsylvania. Da segnalare, in queste elezioni 2020, il record di affluenza, con il 67% circa degli elettori alle urne, la percentuale più alta dal 1908.

Ecco come sono ripartiti i voti già attribuiti, secondo le proiezioni di diversi media Usa.

Per Trump: Alabama (9), Arkansas (6), Florida (29), Idaho (4), Indiana (11), Iowa (6), Kansas (6), Kentucky (8), Louisiana (8), Mississippi (6), Missouri (10), Montana (3), Nebraska (4), Nord Dakota (3), Ohio (18), Oklahoma (7), Sud Carolina (9), Sud Dakota (3), Tennessee (11), Texas (38), Utah (6), West Virginia (5), Wyoming (3), Maine (1: qui vige il calcolo proporzionale).

Per Biden: Arizona (11), California (55), Colorado (9), Connecticut (7), Delaware (3), District of Columbia (3), Hawaii (4), Illinois (20), Maine (3), Maryland (10), Massachusetts (11), Minnesota (10), Nebraska (1), New Hampshire (4), New Jersey (14), New Mexico (5), New York (29), Oregon (7), Rhode Island (4), Vermont (3), Virginia (13), Washington (12), Wisconsin (10), Michigan (16).

La situazione negli Stati in bilico

La situazione è "too close to call" in almeno 5 Stati (per la Cnn anche in Arizona, che dà 11 voti): Alaska (3 Grandi elettori), Georgia (16), Nevada (6), Nord Carolina (15) e Pennsylvania (20).

In Georgia, con il 96% dei voti conteggiati, Trump è avanti con il 49,6% e 2.431.724 voti, mentre Biden ha il 49,2% e 2.413.184 voti. Ma mancano ancora molti dati da Atlanta. Il voto per posta sembra premiare il candidato dem (52% vs 47%).

In Nevada oltre l'86% delle schede è stato scrutinato e Biden è in vantaggio con il 49,5% dei voti, mentre Trump ha il 48,5%. Lo Stato accetta i voti spediti per posta entro il 3 novembre. Il procuratore generale, il democratico Aaron Ford, ha fatto sapere che il Nevada è pronto a respingere ogni ricorso legale contro i risultati elettorali, grazie ai dispositivi di tutela messi in atto per evitare frodi, come la verifica delle firme e i codici a barre.

In Nord Carolina la corsa resta "too early to call" a causa della quantità di schede che restano da conteggiare, nonostante Trump abbia prematuramente rivendicato la vittoria e annunciato azioni legali alla Corte suprema, mentre nello Stato le schede inviate entro il 3 novembre possono essere conteggiate sino al 12 novembre.

In Pennsylvania Trump è in vantaggio con il 50,7% e Biden ha il 48,1%. Nel corso delle ore il vantaggio di Trump si è però assottigliato: questo Stato assegna 20 voti elettorali e quindi è tra quelli decisivi per la vittoria. Mercoledì mattina Trump, con un vantaggio di 675mila preferenze, si era prematuramente attribuito la vittoria, salvo poi vedere il dato scivolare a 239mila; lo spoglio dei voti postali potrebbe proseguire per giorni.

Biden tende la mano all'avversario. Trump: fermate lo spoglio

È la prima volta, dopo il contestato voto del 2000, che gli americani non hanno conosciuto il nome del presidente eletto il giorno successivo all'Election Day. il candidato democratico Biden, in vantaggio, ha prudentemente preannunciato una probabile vittoria, tendendo la mano all'avversario: "Quando sapremo il risultato, sarà il momento di metterci dietro le spalle le parole aggressive della campagna elettorale e di smettere di trattare i nostri oppositori come nemici", ha detto, preannunciando di volere il rientro degli Usa nell'accordo sul clima di Parigi.

Intanto Trump twitta "Fermate il conteggio!", insistendo nella sua richiesta di bloccare lo spoglio delle schede dopo l'election day. Una richiesta che non sembra avere alcun fondamento perché i vari stati americani hanno sempre continuato a contare le schede anche dopo il giorno delle elezioni.

E in un altro tweet: "Qualsiasi voto arrivato dopo l'election day non sarà contato". Il riferimento è ai voti giunti per posta. Twitter nel corso della giornata ha oscurato due tweet di Donald Trump in quanto "fuorvianti" sulle elezioni. In uno il presidente americano scriveva per l'appunto "stop alla frode", nell'altro "Ci saranno ricorsi legali in tutti gli stati rivendicati da Biden per frode elettorale. Siamo pieni di prove, controllate i media. Vinceremo, America first". Twitter ha rimandato alla sua politica contro i tweet che contengono "informazioni false o ingannevoli".

Lo staff del presidente ha annunciato una prima battaglia giudiziaria per rivedere i risultati del Wisconsin, dove Biden ha vinto con un vantaggio inferiore all'1%, e ha presentato un ricorso per ottenere la sospensione dello spoglio in Pennsylvania. In serata il colpo di scena: la Corte suprema della Pennsylvania ha annullato la decisione della Corte del Commonwealth, pronunciandosi contro la richiesta della campagna di Trump di assistere di persona al processo di conteggio dei voti.

Annunciate azioni legali anche in Nevada, dove secondo lo staff di Trump 10mila persone avrebbero votato illegalmente, in quanto non più residenti in quello Stato.

Due giudici della Georgia e del Michigan hanno però assestato una prima sconfitta legale allo staff di Trump, respingendo due ricorsi per fermare il conteggio dei voti.

L'Osce: da Trump "clamoroso abuso di potere"

Gli osservatori dell'Osce hanno accusato Trump di "clamoroso abuso di potere". Per l'organismo internazionale, le accuse del capo della Casa Bianca in merito a presunti brogli durante le operazioni di conteggio dei voti sono "infondate" e hanno "indebolito la fiducia del pubblico nelle istituzioni democratiche".

Disordini a Minneapolis e a New York, centinaia di arresti

A Minneapolis centinaia di manifestanti sono stati arrestati nella mattinata americana (pomeriggio in Italia) dopo che una marcia di protesta contro la presidenza di Donald Trump e la sua minaccia di cause legali ha bloccato il traffico sulla Interstate 94.

Nella notte a New York, decine di persone sono state arrestate a seguito di disordini scoppiati con la polizia durante una protesta pacifica post-elezioni. Secondo quanto riferiscono i media americani, la manifestazione è degenerata quando un gruppo di persone ha lanciato uova contro la polizia e altri hanno dato fuoco ai cassonetti dei rifiuti e sfondato la vetrina di un negozio. Centinaia di manifestanti che chiedevano il conteggio di ogni voto elettorale si erano riuniti nel Washington Square Park di Manhattan.

Altri disordini sono stati segnalati a Portland, nell'Oregon, nella contea di Maricopa, in Arizona, a Denver e Minneapolis. In particolare la situazione è tesa in Arizona, dove almeno 300 persone, alcune armate di fucili e pistole, si sono riunite davanti al dipartimento elettorale a Phoenix gridando "stop al furto" per contestare il vantaggio di Biden dopo le accuse di brogli di Trump.

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