giovedì 5 febbraio 2015
​Né “m” né “f”. L’Università del Vermont d’ora in poi permetterà agli studenti di iscriversi ai suoi corsi facendo una crocetta su una terza finestrella: “they”, “essi”. Realizzati anche i bagni "transgender". 80mila euro per cambiare software e banca dati.
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Né “m” né “f”. L’Università del Vermont d’ora in poi permetterà agli studenti di iscriversi ai suoi corsi facendo una crocetta su una terza finestrella: “they”, “essi”. La soluzione, che prima ancora che per i suoi risvolti etici e sociali ha colpito molti osservatori come stridulamente sgrammaticata, è stata adottata nelle ultime settimane. È da poco, infatti, che un gruppo di alunni dell’ateneo dello Stato (uno dei più a sinistra degli Usa) ha ottenuto dal consiglio d’amministrazione universitario il cambio di rotta, dopo ben dieci anni di attività di lobby e mesi di incontri, discussioni e votazioni interne. La svolta ha comportato la costruzione di alcuni bagni “transgender”, per la categoria di studenti che non vogliono usare i servizi dei maschi o quelli delle femmine. L’Università (che è pubblica) permette anche ai suoi iscritti di usare sui documenti un nome proprio di loro scelta, anche se legalmente non mai hanno cambiato quello di nascita. La modifica ha anche comportato la creazione e l’installazione di un nuovo software e di una nuova banca dati, al costo di 80mila dollari. L’istituto, che conta un corpo studentesco di quasi 13mila persone, è il primo negli Stati Uniti ad aver acconsentito alle richieste delle associazioni che premono per il riconoscimento pubblico negli Stati Uniti di un terzo “gender”. L’Università del Vermont non ha reso noto quanti studenti abbiano già optato per la “terza categoria”, ma ha detto che dal 2009 ha ricevuto circa 1800 richieste di non utilizzare nei questionari la casella con la “m” o con la “f”.
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