venerdì 4 agosto 2017
Cina e Russia non hanno mai negato il sostegno a Caracas. L’anno scorso, in piena crisi democratica, il nostro governo ha autorizzato la consegna di 10mila pistole semi-automatiche.
«È un regime». Poi però gli vendono armi
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Manca l’85% dei medicinali, gli scaffali dei supermercati scarseggiano di viveri e tre milioni di persone (il 10% della popolazione) sono fuggite con un biglietto di sola andata. Le armi, però, sono l’ultimo dei problemi di Nicolás Maduro. Ma chi rifornisce le forze armate di Caracas? Oltre a Cina e Russia, che non hanno mai negato il sostegno al regime instaurato a Caracas, non disdegnano di fare affari con il novello despota Paesi che invece non mancano di criticarlo richiamando al rispetto dei diritti umani. L’elenco è breve, ma sorprendente: Austria, Germania, Olanda, Italia, Stati Uniti.

Negli ultimi tre anni Caracas ha pagato quasi 400 milioni di dollari per armamenti. L’anno scorso, in piena crisi democratica, il governo italiano ha autorizzato la consegna di 10mila pistole semiautomatiche “AF-1 Strike One” (calibro 9x19) prodotte dalla Arsenal Firearms di Brescia. «Non è chiaro a quali corpi armati siano state destinate – spiega Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio sulle armi leggere (Opal) –, ma secondo diverse fonti sarebbero state inviate al Cuerpo de Policía Nacional Bolivariana». Su Facebook la polizia fa sfoggio della nuovissima “AF-1”, declamandone «velocità, maneggevolezza e precisione». Valore della fornitura: 7 milioni di euro. Esaminando le informazioni presso l’Agenzia delle dogane, si deduce che finora sarebbero state consegnate meno di 2mila pistole.

Le altre arriveranno con nuove spedizioni, sempre che il governo Gentiloni – che nei giorni scorsi ha espresso forte preoccupazione per la «situazione al limite della guerra civile» – non decida di revocare l’autorizzazione. Secondo l’Istituto di ricerca per la pace di Stoccolma (Sipri), dal 2014 al 2016 si sarebbero accaparrati le commesse più importanti Cina (255 milioni), Russia (79 milioni), Olanda (14 milioni), Stati Uniti e Austria (6 milioni ciascuno), Ucraina (5 milioni), Germania (4 milioni). Nel 2016 solo Cina ed Ucraina avrebbero effettuato consegne, ma certo non passa inosservato l’assegno di 6 milioni di incassato dagli Usa nel 2015, sotto la presidenza Obama.

Ad aprile, pianificando l’ampliamento della repressione, Maduro aveva annunciato che avrebbe equipaggiato con armi e munizioni militari circa mezzo milione di membri della Milizia Nazionale Bolivariana, una organizzazione chavista fondata nel 2007 e collegata con le Forze armate regolari. «Venga garantito un fucile a ogni miliziano», fu l’ordine dell’erede di Chavez, che ha potuto contare anche sull’aiuto – a prezzo di mercato – dei suoi nemici giurati.

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