martedì 9 febbraio 2021
Si avvia a conclusione il progetto realizzato nella regione della Karamoja dall'Ong italiana Africa Mission Cooperazione e Sviluppo: formate 2.396 persone
Uno dei 195 orti di villaggio realzizati nella regione ugandese della Karamoja, tra le più povere del Paese

Uno dei 195 orti di villaggio realzizati nella regione ugandese della Karamoja, tra le più povere del Paese

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Un progetto piccolo ma significativo, in tempi di cambiamento climatico e di lotta alla malnutrizione nel cuore dell'Africa. Agricoltura e allevamento, condivisione dei saperi, sviluppo «dal basso» in una delle regioni più povere del continente, il territorio ugandese della Karamoja. Sono 2.396 i beneficiari del progetto «Nutrire di cibo e di conoscenze le comunità di Moroto e Napak», che si avvia verso la conclusione e che è stato realizzato dall'Ong italiana Africa Mission Cooperazione e Sviluppo e promosso dall'Aics con la collaborazione, tra gli altri, dell’Università Cattolica di Piacenza e di Medici con l’Africa Cuamm. La maggior parte di loro è donna, ha meno di 30 anni e una famiglia a cui provvedere da sola. Come Rachel Irama, madre di due figli, che prima sfamava con pochi frutti secchi.

Rachel fa parte di uno degli 85 gruppi coinvolti, ognuno dei quali formati con conoscenze di agricoltura e allevamento, ma anche di micro-credito, con l'obiettivo di rendere autosufficienti i beneficiari. I quali hanno ricevuto anche sementi e attrezzi, oltre ad animali da cortile e piccoli ruminanti per mettere in pratica quanto appreso.Sono 195 gli orti di villaggio realizzati, oltre ai sistemi di micro-irrigazione e la produzione di piantine in vivaio. Inoltre, 71 persone sono state formate sulle tecniche base di contrasto dell'erosione del suolo degli orti comunitari, 65 gruppi hanno seguito attività di sensibilizzazione verso i principi del micro-credito e della cooperazione. «Ora riesco a sfamarmi con tutti i tipi di ortaggi grazie alle sementi donatemi dal progetto – spiega Rachel, che è stata individuata e formata come modello per il suo gruppo –. Se prima mangiavo una volta al giorno ora cucino tre volte e i miei bambini sono molto contenti".

“Non si può negare che sia stato un anno complicato – fa notare il direttore di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, Carlo Ruspantini –. Al di là della pandemia infatti, la Karamoja si è dovuto confrontare con piogge torrenziali, invasioni di locuste, un’epidemia di colera, le razzie di bestiame e gli ultimi disordini che hanno accompagnato le elezioni presidenziali di gennaio. Tutti i nostri progetti, compreso questo, hanno subito ritardi e ad esempio non è stato possibile effettuare il monitoraggio programmato con i docenti della Cattolica: per questo abbiamo potenziato il team che segue le attività con l’obiettivo di raggiungere comunque dei risultati”.

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