lunedì 23 dicembre 2019
Ancora un attacco a un'organizzione che aiuta le vittime della guerra. Appello anche all'Italia: stop alla vendita di armi all'Arabia Saudita e alle altre parti in conflitto
Moltissimi civili in Yemen dipendono dagli aiuti delle organizzazioni umanitarie. Un punto di distribuzione dell'Oxfam a Khamir (Kate Wiggans - Oxfam)

Moltissimi civili in Yemen dipendono dagli aiuti delle organizzazioni umanitarie. Un punto di distribuzione dell'Oxfam a Khamir (Kate Wiggans - Oxfam)

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L'ufficio di Oxfam ad Al Dhale'e, nel sudest dello Yemen, è stato attaccato intorno all'una di notte del 22 dicembre, quando due razzi l'hanno colpito danneggiando gravemente il tetto e l'ingresso della struttura. Lo riferisce Oxfam, aggiungendo che l'attacco per fortuna non ha causato vittime anche se non è il primo attacco nella zona diretto verso strutture gestite da agenzie umanitarie ultimamente.

"A causa del bombardamento Oxfam, per ragioni di sicurezza, è stata quindi costretta a sospendere temporaneamente le operazioni di soccorso nel Governatorato, dove è al lavoro per garantire l'accesso ad acqua pulita, cibo e servizi igienico ad una popolazione stremata da quasi 5 anni di conflitto", riferisce l'organizzazione in una nota, sottolineando che "la conseguenza, sarà che questo Natale 1.359 famiglie non potranno ricevere aiuti economici per l'acquisto di beni alimentari e altre 5.000 non potranno usufruire di interventi per il ripristino di infrastrutture essenziali".

"Paesi come l'Italia che negli ultimi anni hanno autorizzato l'export di miliardi di euro di armamenti verso paesi coinvolti nel conflitto come l'Arabia Saudita o gli Emirati Arabi, hanno responsabilità gravissime, nell'aver alimentato un conflitto che dal marzo 2015 ha causato oltre 12 mila vittime civili.

Oxfam ha soccorso oltre 3 milioni di yemeniti dall'esplosione del conflitto, ma se le organizzazioni umanitarie non saranno in grado di fornire aiuti, ancora in tantissimi moriranno. La comunità internazionale, l'Italia devono smettere di girarsi dall'altra parte e agire immediatamente prima che sia troppo tardi per fermare uno dei conflitti più atroci dalla fine della Seconda Guerra Mondiale", è l'appello di Oxfam.

"La nostra priorità in questo momento è garantire la sicurezza dei nostri operatori sul campo", ha detto Muhsin Siddiquey, direttore di Oxfam in Yemen. "Le organizzazioni umanitarie non possono essere un obiettivo e devono essere messe nelle condizioni di operare per soccorrere la popolazione, senza che sia minacciata la loro vita", ha proseguito, aggiungendo che "le organizzazioni che come Oxfam sono al lavoro sul campo, sono una fonte essenziale di aiuto per garantire la sopravvivenza di milioni di yemeniti. I primi a fare le spese degli attacchi agli attori umanitari sono uomini, donne e bambini innocenti".

Basti pensare che in questo momento oltre 24 milioni di yemeniti, circa l'80% della popolazione di un paese devastato, dipende totalmente dagli aiuti umanitari anche solo per bere, mangiare, curarsi. Oxfam chiede che l'Italia sostenga il processo di pace e dia vere garanzie sullo stop all'export di armi: "Tutto questo deve finire al più presto. Le parti in conflitto e la comunità internazionale devono garantire l'accesso umanitario e la sicurezza degli operatori umanitari", afferma Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia.

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