sabato 14 febbraio 2015
​Bombe su Donetsk e Lugansk: 20 vittime, 4 erano bambini. Il cessate il fuoco sabato notte. Ecco i punti dell'accordo
A metà del guado di Giorgio Ferrari
SCHEDA TESTIMONIANZA Il nunzio a Kiev: «A est è un inferno»
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Ancora combattimenti e morti ieri nell’est dell’Ucraina all’indomani dell’accordo raggiunto a Minsk, in attesa che, stanotte, entri in vigore il cessate il fuoco. Tra scambi di accuse e tentativi di guadagnare terreno prima che tacciano le armi, ci sono stati almeno una ventina di vittime, tra cui quattro bambini. Secondo i ribelli filorussi, nelle ultime 24 ore sono morti 10 civili, vittime del fuoco dell’esercito ucraino. Colpi di artiglieria sarebbero caduti a Shchastya, un villaggio a nord-ovest di Lugansk, e hanno causato la morte di quattro donne in un bar. Altri tre civili erano morti l’altra notte a Lugansk, bastione dei separatisti. Fonti giornalistiche a Donetsk hanno riferito di decine di colpi d’artiglieria. Il bilancio di Kiev parla di 11 soldati uccisi e 34 feriti nei combattimenti dopo l’intesa di Minsk.Il cessate il fuoco entrerà in vigore alla mezzanotte di oggi, sabato 14 febbraio. Ma a conferma che la situazione è ancora molto fluida, sono arrivate le parole del presidente ucraino, Petro Poroshenko: «Non voglio che nessuno si faccia illusioni, né mi consideri naif: siamo ancora lontani dalla pace», ha avvertito. Come ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a Minsk «è stata aperta la porta al dialogo», ma «la cautela è comprensibile e giustificata».Nel frattempo Kiev ha denunciato che ribelli filo-russi stanno «continuando ad ammassare forze nelle aree principali del conflitto armato». Di recente gli insorti sono stati accusati di preparare una nuova offensiva sullo strategico nodo ferroviario di Debaltseve, situato a metà strada tra i bastioni secessionisti di Donetsk e Lugansk, e il porto di Mariupol (quest’ultimo, ancora in mano ai lealisti, è l’unico ostacolo rimasto a impedire la saldatura tra le regioni russofone orientali e la Crimea, già annessa da Mosca). Secondo Kiev, i ribelli hanno ricevuto l’ordine di issare la loro bandiera su Debaltseve e Mariuopol prima che scatti la tregua. Putin – che avrebbe voluto ritardare la tregua, secondo alcune fonti, proprio per consentire ai ribelli di conquistare Debaltseve – ha dato intanto disposizioni per la partecipazione di esperti militari russi all’analisi della situazione nella città. Secondo il Dipartimento di Stato Usa, la Russia continua peraltro a trasportare equipaggiamenti militari verso il confine con l’Ucraina, «azioni che violano lo spirito dell’accordo» di Minsk.Non rimane che attendere il cessate il fuoco, sperando che le parti usino moderazione. Il vero banco di prova sarà proprio la tenuta della tregua sul terreno, tenuta che, ha avvertito il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, richiederà «un impegno internazionale, giorno dopo giorno».Kiev sembra intenzionata a non rispettare, nella formula con cui sono stati redatti, due dei punti siglati a Minsk: l’amnistia per i separatisti e la riforma costituzionale che comprenda lo statuto speciale del Donbass. «Speriamo che tutte le parti onorino i propri impegni», ha fatto sapere ieri il Cremlino.Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande torneranno peraltro a parlarsi stanotte per telefono poco prima del cessate il fuoco. E potrebbero anche vedersi in futuro in un nuovo summit sulla questione ucraina ad Astana, capitale del Kazakhstan. Fonti europee hanno intanto indicato che l’allungamento della lista nera con altri 19 individui e 9 entità sanzionati dall’Ue con il blocco dei beni e con il divieto di viaggio – approvato lunedì scorso dal Consiglio esteri sarà operativo da lunedì prossimo nonostante l’accordo raggiunto.
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