lunedì 27 giugno 2022
Tatiana, in ciabatte con due cocker, da Odessa alla Romania. L'aiuto delle Ong. A uomini e animali
Una bimba che, nel traggitto dall'Ucraina alla Romania, non ha mai lasciato per un secondo il suo cagnolino

Una bimba che, nel traggitto dall'Ucraina alla Romania, non ha mai lasciato per un secondo il suo cagnolino - Vissani

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Quatro mesi di guerra sono passati. Quattro mesi in in fuga dalle bombe russe. Nella frontiera di Isaccea in Romania, dove si concentrano gli ucraini provenienti dalle zone di Odessa e dal sud del Paese, continua ad esserci un flusso di profughi che cercano un posto sicuro dove andare. L’emergenza prosegue e inizia anche a mutare. Sì perché insieme a coloro che arrivano a piedi, affrontando viaggi interminabili che li porteranno in varie nazioni europee, iniziano ad esserci un costante numero di auto cariche di bagagli e di famiglie anche benestanti, che iniziano a vacillare ed avere timore per le loro vite. Tutto ciò unito ad un’altra emergenza che è quella del ritorno “obbligato” di tanti ucraini che si trovano in paesi, come la Bulgaria, dove scaduti i tre mesi l’accoglienza non è più un diritto, e sfidano il ritorno a casa pur non sapendo che cosa troveranno.

Tanti profughi arrivano in Romania con i loro animali

Tanti profughi arrivano in Romania con i loro animali - Vissani

In questo flusso migratorio, che dal 24 febbraio ha attraversato l’est Europa, e non solo, ci sono anche le storie dei profughi con i loro animali, cani, gatti, colombe, tartarughe, conigli e roditori messi negli zaini, all’interno di borse o semplicemente portati in braccio in fagotti di fortuna, ma che almeno in Romania, grazie all’opera costante del team di Save the Dogs, riescono ad essere supportati in ogni esigenza e richiesta. Profughi come Tatiana, nata nel 1944 di Odessa, arrivata in frontiera in ciabatte con due cocker molto malconci, aggrappata a loro come se dovesse proteggerli di continuo dai bombardamenti, ma che dopo aver ricevuto cibo per i suoi cani si commuove ricordando “noi siamo stati sempre fratelli con i russi e non mi do pace per quello che sta succedendo”.

Un momento di tranquillità per i profughi al confine con la Romania

Un momento di tranquillità per i profughi al confine con la Romania - Vissani

Save the Dogs, fondata da Sara Turetta, opera in Romania da più di vent’anni e ha creato a Cernavoda uno dei centri più all’avanguardia europei per quanto riguarda la salvaguardia e cura degli animali, realizzando campagne di sterilizzazione in un paese dove il randagismo è ad una percentuale ancora altissima. In Romania Save the Dogs si prende cura di centinai di animali, restituendo loro la possibilità di una vita in famiglia e sottraendoli ad un destino nei canili lager ecco perché dai primi di marzo, è diventata un punto di riferimento per molte organizzazioni internazionali che hanno trovato nella stessa associazione un partner affidabile e trasparente nell’uso dei fondi e degli aiuti per l’Ucraina. “Mai mi sarei aspettata di combattere un’emergenza di questo tipo – afferma Turetta – ma non potevamo tirarci indietro. Seppur la guerra distrugge ogni quotidianità nessun cittadino ucraino, di quelli che abbiamo conosciuto noi, in fuga si è voluto separare dai suoi animali. Tra le storie che ricordo con più affetto un bambino con le sue colombe messe su uno scatolone di fortuna o le due cagnoline di Kherson, che sono riuscite a tornare in famiglia a Tulcea in Romania”. E' andata così: nonna Galina, la figlia, nipote e due cagnoline fuggono da Kherson dopo un bombardamento in cui la nonna 83enne, con problemi di cuore, si sente male e cadendo si rompe il bacino. La nonna dopo un viaggio di oltre 15 ore arriva a Isaccea, insieme alla figlia Arina e alle due cagnoline: Feia e Bielka. Alla nonna viene dato un antidolorifico, ma la famiglia deve subito proseguire il viaggio verso l’ospedale di Tulcea con l’incognita di una sistemazione per i cani. La decisione di separarsi da loro è dolorosa, ma essenziale per poter far continuare il viaggio di Galina, stremata dai dolori, verso il primo ospedale utile. I volontari di Save The Dogs si occupano di tutto il necessario, e dopo aver trovato la situazione adatta fanno ricongiungere dopo alcuni giorni la nonna con la sua cagnolina. “Abbiamo visto una famiglia distrutta dalla guerra – continua Sara Turetta - ma molto unita e legata ai loro cani. Vederli di nuovo riuniti è stata una grande gioia per tutti noi”.

L'aiuto delle Ong ai profughi in Romania

L'aiuto delle Ong ai profughi in Romania - Vissani

Dall’inizio dell’emergenza 42 volontari impegnati, 995 animali assistiti, 443 trasportini donati, 885 bustine di cibo umido oltre a 97 tonnellate di cibo per cani e gatti inviati a Odessa, Izmail, Reni e Mycolaev, 30 cani salvati da una struttura di Odessa sotto attacco e 2367 cani e 2029 gatti che hanno potuto ricevere cibo nelle zone di guerra. “Tra le battaglie che abbiamo dovuto “combattere” – ricorda Sara Turetta - in questo periodo quella con le compagnie low-cost per i profughi che non potevano far salire i propri animali sugli aerei, in quanto le stesse non hanno mai cambiato la loro politica, nonostante avessimo raccolto più di 20.000 firme a supporto di questa situazione d’emergenza. C’è chi per non separarsi dal proprio animale ha intrapreso viaggi della speranza con treni e autobus cambiando i biglietti aerei, oppure chi ci ha affidato il proprio amico a quattro zampe sapendo che noi l’avremmo portato a destinazione grazie ai nostri contatti”.

La grande fuga degli ucraini va avanti dal Sud

La grande fuga degli ucraini va avanti dal Sud - Vissani

Gli aiuti verso i profughi ucraini, fortunatamente, non sono mancati e tutti si sono messi in gioco e a disposizione all’indomani dello scoppio del conflitto. Come Humane Society International, non solo impegnata nell’aiutare persone, ma anche animali domestici lungo tutto il fronte. HSI sta rispondendo alla crisi anche in Germania, Polonia e Italia per aiutare gli ucraini in fuga dal conflitto con i loro animali. Tra le storie giunte in Italia le famiglie di Svetlana, Tatjana, Kate, Ina, Alina, Nastia e Tatjana, assieme ai loro cani Niki e Busa e alla loro gatta Marta sono fuggiti da Kharkiv e Kiev; il loro lungo viaggio verso Trieste è durato 15 giorni, arrivati in Italia, e ospitati dalla Caritas, HSI ha fornito cibo e provviste per i tre animali. Martina Pluda, Direttrice per l’Italia di Humane Society International, racconta: “Fuggire per arrivare ad una meta sicura comporta spesso viaggi lunghi che causano enorme stress a persone e animali. La mancanza di riferimenti, come la propria cuccia, può spaventare e disorientare cani e gatti ed è quindi importante che i centri di accoglienza permettano alle persone di tenere con sé i propri animali. Donare un tiragraffi o una copertina pulita, significa offrire un momento di sollievo a persona e animali, in un momento molto difficile”.


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