lunedì 9 dicembre 2013
Più di 200.000 ucraini pro-Ue si sono radunati nel centro di Kiev per la più grande protesta in Piazza Indipendenza dai tempi della Rivoluzione arancione del 2004.
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Più di 200.000 ucraini pro-Ue si sono radunati nel centro di Kiev per la più grande protesta in Piazza Indipendenza dai tempi della Rivoluzione arancione del 2004. La rabbia della folla si è sfogata anche su una statua di Vladimir Lenin, fondatore dell'Urss e simbolo del legame con Mosca, che è stata abbattuta da decine di militanti incappucciati del Partito liberale, formazione ultranazionalista. Il monumento, altro tre metri e mezzo, è stato divelto mettendogli una corda al collo e colpendolo con mazze e spranghe e una volta a terra è stato sfigurato e fatto a pezzi a colpi d'accetta mentre altri 1.500 manifestanti urlavano "Finalmente!" e "Grazie a Dio!". Al posto della statua sono state piazzate bandiere ucraine e delle vecche milizie anticomuniste dell'Esercito insurrezionale.Intanto è sempre più muro contro muro tra il governo filo-russo e gli europeisti. L'ex premier Yulia Tymoshenko, la leader dell'opposizione che sta scontando una condanna a sette anni di carcere, ha inviato un messaggio ai manifestanti per chiedere il rovesciamento di Yanukovich. Il capo della rivolta Arseniy Yatsenyuk ha esortato a lanciare un picchettaggio degli edifici governativi a tempo indeterminato. Il governo ha risposto facendo filtrare la notizia che i servizi segreti (Sbu) hanno aperto un'inchiesta per il presunto tentativo di singoli politici di sovvertire l'ordinamento e di prendersi il potere. I servizi segreti non hanno reso noti i nomi dei politici coinvolti ma è probabile che si tratti di leader dell'opposizione filo-europea. L'inchiesta è stata aperta sulla base del primo articolo del Capitolo 109 del codice penale che punisce gli atti miranti a modificare o a sovvertire con violenza l'ordinamento costituzionale.

Nella terza domenica di fila di proteste, il presidente Viktor Yanukovich ha sentito al telefono il segretario generale dell'Onu, Ban ki-moon, il quale ha espresso "profonda preoccupazione" e ha auspicato l'avvio di un dialogo. Poi è stata la volta del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso che ha comunicato a Yanukovich che la rappresentante della politica estera dell'Ue, Catherine Ashton, si recherà nei prossimi giorni a Kiev per ricercare una soluzione politica alle tensioni. Barroso ha ribadito la necessità che il governo ucraino si attenga alla "massima moderazione", oltre a ribadire la disponibilità di Bruxelles a firmare l'accordo di associazione con Kiev "se saranno rispettate le necessarie condizioni". Impugnando bandiere europee e ucraine, i manifestanti avevano riempito Piazza Indipendenza, luogo simbolo delle proteste contro il congelamento della firma dell'accordo di associazione con l'Ue, allestendovi una grande tenda. Una contro-protesta di poche migliaia di militanti del Partito delle Regioni di Yanukovich (gli stessi organizzatori del Partito di hanno parlato di 15.000 presenti) si è svolta nel parco Mariisnkij.

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