sabato 12 marzo 2022
Il segretario di Stato ai media vaticani: "Totale disponibilità della Santa Sede per qualsiasi tipo di mediazione che possa favorire la pace in Ucraina"
Il cardinale Parolin

Il cardinale Parolin - Siciliani

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"La guerra è come un cancro che cresce, si espande, si autoalimenta. È un'avventura senza ritorno, per usare le profetiche parole di san Giovanni Paolo II. Purtroppo dobbiamo riconoscerlo: siamo caduti in un vortice che può avere conseguenze incalcolabili e nefaste per tutti". Così il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin in una intervista con i media vaticani sull'escalation bellica nel cuore dell'Europa.

Parolin ricorda la posizione della Santa Sede che "è quella che ha ripetuto più volte il Papa: un forte no alla guerra, la guerra è una pazzia, bisogna fermarla. Chiediamo, appellandoci alle coscienze di tutti, che cessino subito i combattimenti". "Abbiamo di fronte agli occhi le immagini terribili che ci arrivano dall'Ucraina - aggiunge il Segretario di Stato vaticano -. Le vittime tra i civili, donne, vecchi, bambini inermi che hanno pagato con la loro vita la follia della guerra. Cresce l'angoscia nel vedere le città con le case sventrate, rimaste senza energia elettrica con temperature sottozero, la mancanza di cibo e di medicinali. Come pure i milioni di profughi, per lo più donne e bambini, in fuga dalle bombe".

"In questi giorni - continua - mi è capitato di incontrarne un gruppo, giunto in Italia da varie parti dell'Ucraina: sguardi assenti, volti senza sorriso, tristezza senza fine... che colpa hanno quelle giovani mamme, che colpa hanno i loro figli! Bisogna avere il cuore di pietra per restare impassibili e permettere che questo scempio continui, che continuino a scorrere fiumi di sangue e lacrime. La guerra è una barbarie!".

Ho ripetuto l’appello del Papa per un immediato cessate il fuoco - aggiunge - Ho chiesto di porre fine ai combattimenti e di percorrere la via della soluzione negoziale al conflitto. Ho insistito sul rispetto della popolazione civile e sui corridoi umanitari. Ho anche ribadito, come già aveva fatto domenica scorsa il Papa all’Angelus, la totale disponibilità della Santa Sede per qualsiasi tipo di mediazione che possa favorire la pace in Ucraina.

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