mercoledì 31 maggio 2023
Civili e città sono nuovamente nel mirino dei raid aerei: così i generali russi vogliono sfiancare la contraerea e far sprecare missili
Un drone russo intercettato nei cieli di Kiev

Un drone russo intercettato nei cieli di Kiev - ANSA

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Sta mostrando il volto più barbaro la guerra in Ucraina. Sembra di rivivere le pagine più buie dei due conflitti mondiali: civili e città sono nuovamente nel mirino dei raid aerei. Settant’anni di guerre asimmetriche ci avevano illusi: il potere aereo si è fatto nuovamente spietato. Abbina droni, missili e bombe. I primi hanno aumentato il potenziale distruttivo del tutto. Sono micidiali. Uccidono senza esporre chi li lanci a perdite sostanziali. Non hanno piloti e costano poco. Sono spendibili, specie in teatri zeppi di difese contraeree. In Ucraina lo dimostrano ogni giorno, tanto è vero che le aeronautiche occidentali stanno prendendo nota. Tutti i programmi per cacciabombardieri di sesta generazione, in Europa e negli Usa, sono configurati con un jet al centro del sistema, protetto da flotte di droni gregari, sacrificabili in avanscoperta. La guerra aerea si farà sempre più letale e distruttrice. Sembra passata un’eternità dalle convenzioni dell’Aja, che imponevano ai belligeranti aerei di non colpire i civili.
Come in Ucraina oggi, le guerre di domani saranno combattute prevalentemente in città, con un uso massiccio di droni e jet. Lo vediamo in nuce a Kiev e nei maggiori centri urbani ucraini. La logica del Cremlino è molteplice: punta a distruggere il morale della popolazione civile, per spingerla a insorgere contro la dirigenza. Sembra che gli strateghi di Putin amino le teorie di Giulio Douhet, messe al bando dalle aeronautiche occidentali dalla seconda metà del ’900. La Russia combatte purtroppo con i metodi di allora. Porta lo scontro aereo nel cuore pulsante nemico. Fa di una guerra regionale uno scontro totale, cieco e fuorilegge. Le città ucraine subiscono la sorte che fu di Londra, di Parigi e dei centri della Ruhr. Nulla di quelle tragedie ha insegnato qualcosa ai russi, pronti a calpestare nuovamente il diritto umanitario, come fatto prima di loro dal Bomber command britannico e dall’Ottava air force statunitense. Fra il 1943 e il 1945, i jet anglosassoni ridussero in cenere gran parte delle città tedesche. È una storia che si ripete, perché, purtroppo, chi ha il predominio aereo si sente legittimato a colpire i civili, senza temere rappresaglie, in barba alle convenzioni internazionali. Da ottobre, i russi hanno stravolto la guerra aerea in voga nel periodo bipolare e nel ventennio di lotta al terrorismo, tutta improntata alla limitatezza e alla ricerca della precisione, per scongiurare massacri civili. Purtroppo, i comandi russi hanno diviso l’Ucraina in due zone di bombardamento aereo: una copre i primi 60 km dal fronte, l’altra tutto il resto. Nella prima fascia, corrispondente al 10% del Paese, cadono ogni giorno esplosivi equivalenti a mille missili da crociera. Sono i colpi sinergici dei droni, dei razzi e degli obici. Kiev non ha molto per replicare. Tenta puntate sporadiche con i suoi droni, per far passare un messaggio psicologico più che militare: finché colpirete le nostre città, nemmeno noi risparmieremo le vostre. Ma sono tanti gli interrogativi: il drone che avant’ieri è riuscito a esplodere vicino a Mosca si è fermato 8 chilometri al di qua del ministero russo della Difesa. Un altro velivolo è stato abbattuto a Razdory, un villaggio periferico della capitale.
Nell’area sorgono le ville di molti politici e businessmen russi. Anche la residenza Novo-Ogorevo di Putin è nei paraggi. Ma l’unico risultato tangibile delle rappresaglie in atto è ridicolizzare le difese aeree russe. I danni sono limitati, infinitesimali rispetto a quelli inferti dall’Armata rossa. Con i suoi droni, Mosca riesce a saturare le contraeree ucraine. Le saggia di continuo, costringendole lontano dal fronte. Più le città sono sotto attacco, più le batterie antiaeree esauriscono i missili, distanti dai punti nevralgici del conflitto. E qui sorge un problema: senza ombrello antiaereo, blindati e fanterie di Zelensky saranno zoppi, perché esposti ai jet nemici. La tanto attesa controffensiva ucraina potrebbe farsi attendere ancora, confermando il nuovo fine dei bombardamenti anti-città russi.

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