venerdì 23 settembre 2022
Al via il referendum, fino al 27. Kiev denuncia: soldati russi armati costringono la popolazione a votare. A Mosca il patriarca Kirill incita ad arruolarsi per la guerra
Un seggio elettorale a Lugansk

Un seggio elettorale a Lugansk - Ansa

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Si vota da stamani (e fino al 27) nell'Ucraina orientale occupata dai russi, nelle province di Donetsk e di Lugansk e nelle aree di Kherson e di Zaporizhzhia, per il referendum di annessione alla Federazione Russa. Si vota nei seggi elettorali ma anche nei bar e nelle abitazioni, con i soldati russi che sorvegliano molto da vicino l'operazione. Quando dalle schede sarà uscito il responso (scontato) in favore dell'annessione, la Russia "assolutamente" considererà i tentativi di Kiev di riprendersi il Donbass come un attacco al territorio russo. Se fosse rimasta un'ombra di dubbio, a fugarla arrivano le dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: dopo la decisione di aderire alla Federazione, "immediatamente entrerà in vigore la Costituzione russa in relazione ai territori" e di conseguenza "le disposizioni pertinenti della nostra costituzione funzioneranno già".

Kiev denuncia che i russi costringono la popolazione a votare. "Gli occupanti russi hanno organizzato gruppi armati per circondare le abitazioni. I cittadini sono stati minacciati: coloro che non parteciperanno alla votazione verranno automaticamente licenziati dal lavoro" ha detto il governatore di Lugansk in esilio, Sergey Gaidai, riporta il Guardian.

Sul terreno prosegue l'avanzata delle forze ucraine. Oleksiy Gromov, funzionario dello stato maggiore, ha comunicato in televisione la liberazione di Yatskivka, nell'oblast di Donetsk sulla sponda est del fiume Oskil. Secondo Gromov, gli uomini di Kiev hanno recuperato posizioni anche in direzione di Bakhmuth, importante snodo autostradale dove i russi starebbero concentrando il fuoco.

In Russia è fuga dall'arruolamento. Le parole di Kirill

Venti di guerra soffiano anche in Russia. Dopo l'annuncio del presidente Vladimir Putin, mercoledì, di una immediata mobilitazione militare "parziale", almeno cinque centri di arruolamento sono stati dati alle fiamme, riporta il sito indipendente Meduza, mentre prosegue la fuga dei civili, soprattutto uomini fino ai 65 anni. Code di auto si registrano alle frontiere con la Finlandia e con la Georgia.

Gli ordini di mobilitazione per andare a combattere, da cui è esentato chi lavora "con titoli di studio superiore" negli ambiti finanziario e dell'alta tecnologia, sono arrivati ai dipendenti di almeno 5 compagnie aeree e di dieci aeroporti. Secondo fonti del quotidiano Kommersant, rilanciate dal sito Meduza, molti piloti civili sono riservisti addestrati nelle scuole di volo militari o che hanno servito nell'esercito. Fonti di tre compagnie ritengono che possa essere mobilitato tra il 50 e l'80% del personale. Una fonte di Aeroflot valuta che verrà richiamata più della metà del personale e che questo accadrà anche ad altre due compagnie del gruppo, Pobeda e Rossiya.

In favore dell'arruolamento è intervenuto il patriarca di Mosca Kirill, con parole choc: "Andate coraggiosamente ad adempiere al vostro dovere militare. Ricordate che, se morirete per il vostro paese, sarete con Dio nel suo regno, nella gloria e la vita eterna", secondo un video diffuso da Nexta tv. Mentre il dissidente Navalny è in cella di punizione per 12 giorni dopo aver incitato alla protesta "in ogni forma" contro la mobilitazione militare.

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