mercoledì 3 agosto 2022
Sono 220mila le persone da trasferire prima dell’attacco russo. Chi resta dovrà firmare un documento. Zelensky: «Si deve vincere entro l’inverno». A Istanbul la prima nave del grano
Civili ucraini, Kiev pensa di allontanarli da diverse zone del Donbass

Civili ucraini, Kiev pensa di allontanarli da diverse zone del Donbass - Ansa

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Fuga dalla guerra. «È iniziata l’evacuazione obbligatoria dalla regione di Donetsk», fa sapere la vice-premier di Kiev, Iryna Vereshchuk. L’avanzata di Mosca, conferma indirettamente il ministro della Difesa Sergeij Shoigu, procede «secondo i piani» e dopo aver preso il controllo del territorio del Lugansk, anche «la Repubblica Popolare di Donetsk sarà liberata».

Insomma, mentre Kiev prepara la controffensiva al Sud, la ritirata dall’Est sembra definitiva. «Il primo treno è arrivato questa mattina a Kropyvnytsky», afferma su Telegram il vice primo ministro ucraino, Iryna Vereshchuk. «Abbiamo evacuato donne, bambini e anziani, c’erano molte persone a mobilità ridotta. Tutti sono stati accolti, tutti sono stati aiutati», ha spiegato la vice-premier.

Secondo fonti di stampa governative tra i 200mila e i 220mila residenti dovranno essere evacuati nei prossimi giorni. Un trasferimento pianificato «in vista della possibile offensiva russa» anche perché «l’imminente arrivo dell’inverno lascerebbe gli abitanti senza riscaldamento e con infrastrutture completamente distrutte».

L’evacuazione, spiegano al ministero, sarebbe «obbligatoria ma non forzata» e chiunque decida di non partire può rimanere a condizione di sottoscrivere un documento «in cui l’assistito si assume la responsabilità personale della propria decisione». In questo contesto, spiegano fonti di stampa ucraine, il governo di Kiev sta preparando un progetto per rendere reato penale l’ottenimento del passaporto russo da parte dei cittadini ucraini che resteranno nella regione.

Prosegue, intanto, il quotidiano stillicidio di violenza. Tre persone sono morte ieri nel bombardamento russo di un minibus che trasportava persone in fuga dal villaggio occupato di Starosillia, nell’oblast di Kherson. Il minibus trasportava sette persone in fuga e i sopravvissuti sono stati ricoverati in ospedale a Kryvyi Rih. Altri tre civili sono morti – due a Maryinka e uno a Soledar – e altri tre sono rimasti feriti per un attacco russo nella regione di Donetsk.

Kiev ammette dunque le difficoltà sul fronte del Donbass, mentre nella regione di Kherson rivendica nuove vittorie nella controffensiva in corso da alcune settimane. Le forze ucraine hanno liberato complessivamente 53 insediamenti ma il capo dell’ufficio presidenziale, Andriy Yermak, avverte: se i combattimenti si protrarranno fino all’inverno, sarà più difficile per l’Ucraina riconquistare i propri territori.

Avanza pure, sia pure con molta lentezza e circospezione, l’accordo per il grano. La nave “Razoni”, partita lunedì da Odessa con un carico di cereali ucraini, è arrivata a Istanbul. L’imbarcazione dovrà essere ispezionata questa mattina da delegati di Turchia, Ucraina, Russia e Onu. Se non si riscontreranno problemi, la nave continuerà il suo viaggio, la cui destinazione finale è Tripoli in Libano. La “Razoni”, battente bandiera della Sierra Leone, è la prima imbarcazione che lascia un porto ucraino con un carico di grano dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio scorso mentre sono ancora in corso i preparativi per la partenza di altre navi cariche di cereali dai tre porti ucraini autorizzati: Odessa, Chornomorsk e Yuhzny. Il viceministro della Politica agraria in Ucraina, Taras Vysotskyi, ha dichiarato che «quindici navi sono tecnicamente pronte a partire dai porti ucraini e altre due sono in fase di completamento».

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