sabato 22 ottobre 2022
Massicci raid contro le centrali. Zelensky: «Il mondo deve fermare questo terrore»
Militari russi di guardia all'impianto idroelettrico di Kakhovka

Militari russi di guardia all'impianto idroelettrico di Kakhovka - Ansa

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L’Ucraina si è risvegliata anche ieri sotto l’ennesima allerta aerea: bombe hanno colpito Nikopol e Zaporizhzhia, missili russi sono stati abbattuti nella regione di Kiev e Chernivtsi. Una decina di droni iraniani sono stati abbattuti nella notte regione di Mykolaiv. Frammenti di bollettini di guerra che rimbalzano sui social assieme a frammentari bilanci sulla vittime civili: venerdì a Kiev, denunciano le autorità ucraine, quattro civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti dagli attacchi russi. «L’aggressore continua a terrorizzare il nostro Paese. Nella notte, il nemico ha lanciato un attacco massiccio: 36 razzi, molti dei quali sono stati abbattuti» tuona via Telegram Volodymyr Zelensky che ringrazia i servizi di difesa aerea e gli operai dei servizi energetici che stanno «lavorando sui siti colpiti e ripristinando le nostre infrastrutture». Zelensky denuncia «vili attacchi su obiettivi critici» e «tipiche tattiche terroristiche». «Il mondo può e deve fermare questo terrore», conclude il presidente ucraino.

È sempre più chiara, intanto, la strategia russa in questa nuova fase del conflitto, per arginare la controffensiva sul terreno degli ucraini. I russi «hanno effettuato un nuovo attacco missilistico contro le strutture energetiche delle principali reti delle regioni occidentali dell’Ucraina. L’entità dei danni è paragonabile o potrebbe superare le conseguenze dell’attacco del 10-12 ottobre», annuncia l’operatore energetico nazionale Ukrenergo. Il risultato è che «un milione e mezzo di ucraini sono senza elettricità in questo momento. L’oscurità totale e il freddo stanno arrivando» avverte la deputata Kira Rudik. Questa, secondo il governo ucraino, la contabilità di questa nuova emergenza: 672.000 sono senza alimentazione elettrica nella regione di Khmelnytskyi, 188.400 nella regione di Mykolaiv, 102.000 nella regione di Volyn, 242.000 nella regione di Cherkasy, 174.790 nella regione di Rivne, 61.913 nelle regioni di Kirovohrad, 10.500 nella regione di Odessa. Manca energia, nonostante alcuni oblast siano già riusciti a ridurre i consumi del 20%, mentre in seguito agli ultimi attacchi pure Internet funziona a singhiozzo. «Se non c’è più elettricità, riscaldamento o acqua in Ucraina, questo può innescare un nuovo tsunami migratorio», ha avvertito il premier ucraino Denys Schmyhal. Il rischio è una catastrofe umanitaria con ondate di profughi verso l’Ue.

È il ministro degli Esteri ucraino Kuleba a levare la voce per tutto il suo governo: la catastrofe umanitaria che la Russia vuole provocare è un «genocidio» e per questo nelle capitali occidentali «non dovrebbe esserci un minuto di indugio nel dare i sistemi di difesa aerea per l’Ucraina». A Kherson proseguono quelli che sembrano i preparativi della battaglia finale per il controllo della città che è una sorta di porta d’accesso alla Crimea. Le autorità filo-russe, dopo aver avviato l’evacuazione degli abitanti della regione, per la prima volta si rivolgono a quelli del capoluogo: «Tutti i civili di Kherson devono immediatamente lasciare la città'». Intanto, dopo le accuse reciproche di Mosca e Kiev di voler sabotare la diga di Nova Kakhovska, i filo russi hanno iniziato lo «scarico preliminare dell’acqua» dell’enorme invaso. «In caso di uno sviluppo negativo degli eventi» precisano i russi , «l’acqua che precipiterebbe a valle sarebbe inferiore». Un attacco alla diga lascerebbe la Crimea senz’acqua mentre Kherson e 80 villaggi sarebbero alluvionati.

Ma la guerra sfiora anche i confini esterni all’Ucraina. Mosca ha denunciato la morte di due civili nella regione di Belgorod, in Russia, provocati da bombardamenti ucraini. Intanto la 101esima divisione aerotrasportata Usa è stata dispiegata in Europa per la prima volta dalla Seconda mondiale in Romania, a pochi chilometri dall'Ucraina.

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