sabato 10 settembre 2022
Blinken, però, parla di buoni risultati di Kiev nell'Est: conquistate varie città vicino a Kharkiv, Mosca invia rinforzi. Il Papa manda di nuovo l'elemosiniere Krajewski
Macerie nel centro di Kharkiv

Macerie nel centro di Kharkiv - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

La battaglia di Kharkiv non ha tregua. L’esercito ucraino ha moltiplicato gli affondi per riconquistare l’intera regione del nord-est, corridoio strategico tra Kiev e il Donbass. Nelle ultime settimane, Kiev ha rivendicato la riconquista di settecento chilometri di territorio. «Oltre trenta località sono state liberate», ha annunciato con enfasi il presidente, Volodymyr Zelensky. Tra quelle più recenti, Balakliya, a un centinaio di chilometri dal Donbass, ripresa appena ventiquattro ore fa. Un colpo di artiglieria ucraina, secondo fonti russi, avrebbe raggiunto la stessa Donesk, colpendo una fermata del bus e ferendo cinque passanti. Ora, i militari di Kiev puntano su Kupiansk, quasi a ridosso del confine russo. I social mostrano foto dei soldati già alle porte della cittadina e Mosca ha attivato un corridoio per evacuare i civili. Per far fronte all’offensiva, quest’ultima ha inviato rinforzi. Anche stavolta, alle parole, il ministero della Difesa ha preferito uno scatto sui social che ritrae i convogli in marcia. Al contempo, il Cremliono ha intensificato i bombardamenti su Kharkiv, seconda città del Paese. Anche ieri un raid ha martellato il centro e colpito numerosi edifici civili, tra cui una scuola materna. Cinque residenti sono morti e almeno almeno dieci sono stati feriti: tra loro anche tre bimbi. L’ex capitale industriale ucraina è ormai un cumulo di macerie e, con l’economia ferma, per i civili diventa ogni giorno più difficile sopravvivere.

In tutta la metà orientale della nazione, la gente è allo stremo, come dimostra il bilancio crescente di morti e sfollati. A questo popolo sofferente e ferito, papa Francesco ha voluto esprimere in modo tangibile la propria vicinanza inviando, di nuovo, il proprio elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski. È il quarto viaggio del prefetto del dicastero per il Servizio della carità. Questa volta, il cardinale Krajewski si recherà proprio a Kharkiv, una delle frontiere più cruente del conflitto, Odessa e in altre località dell’est per incontrare le sostenere varie comunità di fedeli, sacerdoti e religiosi e i loro vescovi. «È un viaggio silenzioso ed evangelico, per stare con la gente che soffre, pregare e confortare ciascuno di loro – si legge nel comunicato del dicastero –, mostrando con la propria presenza che non sono soli in questa situazione che sta portando solo distruzione e morte». Oltretutto, secondo gli esperti, il conflitto si profila lungo. Previsione ribadita dallo stesso segretario di Stato Usa, Antony Blinken al quartier generale della Nato a Bruxelles. «I primi segnali della controffensiva di Kiev sono positivi. Putin, però, ha dimostrato di essere disposto a utilizzare molti uomini e risorse nonostante questo implichi un prezzo enorme per il Paese». Il conflitto, pertanto – ha aggiunto – «può durare a lungo. La Russia ha molte risorse. In questo momento, non vediamo la volontà di quest’ultima di riprendere la strada della diplomazia». Per il segretario dell’Alleanza, Jens Stoltenberg si tratta di una «fase cruciale» della guerra in cui è necessario moltiplicare gli sforzi.

«Chiediamo di più, dobbiamo dare fondo alle riserve dei nostri magazzini e fornire a Kiev tutto ciò di cui ha necessità ora», ha detto, sottolineando come si sia di fronte a un «test per l’unità della Nato». In questo scenario di recrudescenza del conflitto, la Turchia cerca di salvare almeno l’accordo sul grano. Già nei giorni scorsi, Vladimir Putin aveva minacciato un passo indietro. E, ieri, di nuovo, il Cremlino, ha denunciato un’applicazione selettiva del patto. Secondo il presidente russo, solo il 3 per cento del cereale partito dai porti ucraini è stato inviato ai Paesi poveri. Un’affermazione rilanciata da Recep Tayyip Erdogan, il “grande architetto” dell’intesa, insieme alle Nazioni Unite. La questione sarà affrontata venerdì a Samarcanda, in Uzbekistan, in un faccia a faccia tra i due leader a margine del vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shangai.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: