venerdì 16 dicembre 2022
Altri missili e bombardamenti devastano le infrastrutture a Kherson: in città è buio totale
Santa Sede-Cremlino, «incidente» chiuso. Continuano però gli scontri

Ansa

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Tra la Santa Sede e la Russia, «l’incidente è chiuso». Parola della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. A scatenare l’ira di Mosca era stata una frase pronunciata da papa Francesco nella recente intervista con la rivista America Magazine: «Quando parlo dell’Ucraina parlo della crudeltà, perché ho molte informazioni sulla crudeltà delle truppe che entrano. Generalmente i più crudeli sono forse quelli che vengono dalla Russia, ma non dalla tradizione russa, come i ceceni, i buriati, e così via».

«Per via diplomatica è arrivata dal Vaticano una dichiarazione ufficiale del segretario di Stato, Pietro Parolin, in relazione alla suddetta dichiarazione del Pontefice», ha detto Zakharova in cui la Santa Sede «si scusa con la parte russa, la Santa Sede ha profondo rispetto per tutti i popoli della Russia, la loro dignità, fede e cultura, così come per gli altri Paesi e popoli del mondo».

Un atto che Mosca ha molto apprezzato – «merita sincero rispetto» – perché dimostra «la capacità di ascoltare gli interlocutori», ha sottolineato Zalharova, augurandosi di «continuare la cooperazione costruttiva con il Vaticano». L’invio della missiva è stato confermato dal direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni.

«Ci sono stati contatti diplomatici in tal senso», ha dichiarato. Fin dall’inizio, il Papa e la Santa Sede guardano con preoccupazione alla crisi ucraina. Le lacrime di Francesco di fronte alla statua della Vergine nel giorno dell’Immacolata, confermano quanto la pace gli stia a cuore.

Da qui la fatica per tenere aperto ogni possibile spiraglio che porti a una soluzione negoziata. E la disponibilità del Vaticano a lavorare a una mediazione, sempre che – su questo punto la diplomazia d’Oltretevere è stata sempre molto chiara – ci sia una richiesta chiara e una sincera volontà dalle due parti.

Al momento, però, la macchina bellica è in piena attività. L’aviazione russa continua a martellare l’Ucraina. A Kherson, riconquistata a metà novembre e già colpita 86 volte, altri tre civili sono stati uccisi e tredici feriti. I bombardamenti hanno lasciato l’intera città senza elettricità, come ha comunicato il governatore Yaroslav Yanushevich. Il peggio, inoltre, potrebbe ancora dover venire.

Le forze armate ucraine sostengono che Vladimir Putin stia pianificando una grande offensiva tra febbraio e marzo, diretta a Kiev. «In vista di tutto questo, spiega, gli ucraini devono mantenere le posizioni sul terreno e preparare le riserve, in termini di forze fresche e nuove armi», ha detto il comandante in capo, Velerii Zaluzhnyi. Il riferimento del generale è molto probabilmente ai Patriot che, secondo indiscrezioni, gli Usa stanno pensando di inviare a Kiev, l’annuncio dovrebbe arrivare a breve, forse già la settimana prossima. Si tratta di missili anti-aerei a lunga gittata che preoccupano Mosca.

Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha precisato che la decisione di Washington di rifornire l’Ucraina di tali ordigni – i quali costituirebbero «obiettivi legittimi» per le truppe russe» – rappresenterebbe una «provocazione» dalle «conseguenze imprevedibili».
In particolare, ha aggiunto Peskov, aumenterebbe il rischio di coinvolgimento diretto degliUsa, già alto. «Anche senza consegnare i Patriot – ha concluso Peskov – gli Stati Uniti vengono coinvolti sempre più a fondo nel conflitto nella repubblica ex sovietica». Intanto, il Parlamento Europeo ha deciso ieri di riconoscere come «genocidio» l’Holodomor, la grande carestia causata dal regime stalinista in Ucraina.

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