venerdì 5 agosto 2022
La denuncia dopo una ricerca nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv. In disaccordo la responsabile di Amnesty Ucraina, che si dimette
Case distrutte da un attacco russo nella regione di Kharkiv

Case distrutte da un attacco russo nella regione di Kharkiv - Ansa

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«Nel tentativo di respingere l'invasione russa, iniziata a febbraio, le forze ucraine hanno messo in pericolo la popolazione civile collocando basi e usando armamenti all'interno di centri abitati, anche in scuole e ospedali. Queste tattiche violano il diritto internazionale umanitario perché trasformano obiettivi civili in obiettivi militari. Gli attacchi russi che sono seguiti hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture civili». È quanto denuncia Amnesty International al termine di una ricerca durata diverse settimane, tra aprile e luglio, nelle regioni di Kharkiv, del Donbass e di Mykolaiv.

L'organizzazione ha visitato luoghi colpiti dagli attacchi, ha intervistato sopravvissuti, testimoni e familiari di vittime, ha analizzato le armi usate e ha svolto ulteriori ricerche da remoto, si legge nel comunicato della Ong.

I ricercatori di Amnesty International hanno riscontrato prove che le forze ucraine hanno lanciato attacchi da centri abitati, a volte dall'interno di edifici civili, in 19 città e villaggi. Per convalidare ulteriormente queste prove, il Crisis Evidence Lab dell'organizzazione per i diritti umani si è servito di immagini satellitari.

«La tattica delle forze ucraine di collocare obiettivi militari all'interno dei centri abitati non giustifica in alcun modo attacchi indiscriminati da parte russa», sottolinea Amnesty.

«Tutte le parti in conflitto devono sempre distinguere tra obiettivi militari e obiettivi civili e prendere tutte le precauzioni possibili, anche nella scelta delle armi da usare, per ridurre al minimo i danni ai civili. Gli attacchi indiscriminati che uccidono o feriscono civili o danneggiano obiettivi civili sono crimini di guerra», continua la nota.

«Chiediamo al governo ucraino di assicurare immediatamente l'allontanamento delle sue forze dai centri abitati o di evacuare le popolazioni civili dalle zone in cui le sue forze armate stanno operando. Gli eserciti non devono mai usare gli ospedali per attività belliche e dovrebbero usare le scuole o le abitazioni dei civili solo come ultima risorsa, quando nessun'altra alternativa sia percorribile», ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

La replica di Zelensky: così equiparano vittima e aggressore

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, facendo riferimento a un attacco russo avvenuto nelle ultime ore nella città di Toretsk, in cui sono morte otto persone, ha detto di non aver visto rapporti tanto "chiari ed opportuni" di alcuni organismi internazionali sui "crimini commessi dai terroristi russi".

"Rispetto all'attacco di Toretsk e ad altre migliaia di crimini commessi dai terroristi russi, non vediamo rapporti così chiari ed opportuni. Abbiamo visto un rapporto completamente diverso di Amnesty, che purtroppo tenta di discolpare la Russia e di trasferire la responsabilità dall'aggressore alla vittima", ha detto. Il presidente ha sottolineato che non esiste alcuna condizione per la quale si possa giustificare un attacco russo all'Ucraina e ha affermato che "non si può tollerare" che un'organizzazione realizzi un rapporto "equiparando la vittima all'aggressore. Sono stati distrutti o danneggiati quasi 200 edifici religiosi. Quasi 900 istituzioni mediche. Oltre 2.200 scuole. L'esercito russo non si è fermato neanche davanti ai monumenti alle vittime dell'Olocausto e non ci sono rapporti su questo, senza motivo. È immorale".

Zelensky ha detto che "chi condona le responsabilità russe e crea artificialmente un contesto informativo in cui si giustificano gli attacchi terroristici" non si rende conto che sta aiutando Mosca. "E se questi sono rapporti che manipolano la realtà, allora condividono la responsabilità per la morte delle persone", ha aggiunto.

Le dimissioni della responsabile di Amnesty per l'Ucraina

Il report di Amnesty ha creato malumori e disappunto in Ucraina e non solo, tanto che il capo di Amnesty per l'Ucraina Oksana Pokalchuk si è dimessa in aperto dissenso con la Ong. La stessa organizzazione ha affermato di essere "rammaricata profondamente" per "l'angoscia e la rabbia" che ha causato agli ucraini e tuttavia continua a difendere il suo studio: "Ciò non significa che Amnesty International ritenga le forze ucraine responsabili delle violazioni commesse dalle forze russe, né che l'esercito ucraino non stia prendendo adeguate precauzioni in altre parti del Paese. "Dobbiamo essere molto chiari: nulla di ciò che abbiamo documentato che le forze ucraine hanno fatto in alcun modo giustifica le violazioni russe", ha affermato il gruppo per i diritti umani, citato da Sky News.

"La priorità di Amnesty International in questo e in qualsiasi conflitto è garantire la protezione dei civili. In effetti, questo era il nostro unico obiettivo quando abbiamo pubblicato quest'ultimo pezzo di ricerca. Anche se sosteniamo pienamente ii nostri risultati, ci rammarichiamo per il dolore causato", ha affermato.

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