mercoledì 6 gennaio 2016
​Sui social informava il mondo della vita reale a Raqqa, la capitale del Califfato. Ma per i terroristi non era accettabile.
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Daesh non sopporta la libertà di stampa. Figuriamoci se chi la pratica è una donna. È stata uccisa l'unica reporter indipendente donna che da Raqqa, roccaforte jihadista in Siria, aveva continuato a osare sfidare negli ultimi mesi il potere del Califfato con le sue cronache cittadine, le sue denunce e la sua sferzante ironia sul web. Lo annunciano attivisti locali citati dall'associazione giornalistica Syria Direct e ripresi oggi da media britannici stando ai quali da ottobre sale così ad almeno 5 il numero dei giornalisti controcorrente assassinati dai seguaci del Califfo. La morte della ragazza, Ruqia Hassan, fattasi conoscere sulla rete come una coraggiosa "citizen journalist", talvolta con lo pseudonimo di Nisan Ibrahim, risalirebbe a qualche tempo fa. Ma solo nei giorni scorsi sembra che i terroristi del Daesh abbiano comunicato ai genitori di averla messa a morte in quanto "spia", raccontano gli attivisti di Raqqa, diffondendo anche quelli che vengono presentati come gli ultimi tweet di Ruqia. "Sono a Raqqa e ho ricevuto minacce di morte - vi si legge - ma quando l'Isis mi arresterà e mi ucciderà sarà ok perchè loro mi taglieranno testa e io ho la dignità. Meglio che vivere nell'umiliazione con l'Isis". L'Independent traduce poi l'ultimo post sul profilo Facebook della ragazza, pubblicato a luglio per ironizzare sulla guerra al Wi-Fi dichiarata dai jihadisti nella sua città. "Avanti - scriveva Ruqia - tagliateci internet, i nostri piccioni viaggiatori non se ne lamenteranno".
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