mercoledì 26 dicembre 2018
La terza catastrofe che ha colpito l'arcipelago nel 2018: la notte del 22 dicembre a seguito dell'eruzione del vulcano Krakatoa uno tsunami ha devastato alcune zone di Giava e Sumatra
Tsunami in Indonesia, 430 morti. Ecco come aiutare con la Caritas
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È salito a 430 il bilancio delle vittime dello tsunami che ha colpito l'Indonesia il 22 dicembre, a segnare tragicamente l'anniversario dei catastrofici terremoto e tsunami del 2004. Si registrano anche quasi 1.500 feriti, 159 dispersi e circa 22mila sfollati. Lo hanno riferito le autorità indonesiane, che hanno invitato la popolazione a tenersi lontana dalle aree costiere dello Stretto di Sunda interessate dal fenomeno. Le forti piogge ostacolano i soccorsi.

“La maggior parte dei feriti è a Sumatra. Il governo ha annunciato che le cifre aumenteranno. Inoltre c’è il pericolo di nuove onde, perché l’eruzione del vulcano Krakatoa ancora continua”: a parlare al Sir è Matteo Amigoni, operatore di Caritas italiana che ha vissuto con la famiglia in Indonesia e nelle Filippine, in costante contatto con il team di Karina/Caritas Indonesia. A fine novembre Amigoni è andato a Sulawesi e Lombok, dove è già iniziata da tempo la ricostruzione delle case dopo i due terremoti.

Il 2018 è stato peggiore degli anni passati: ad agosto il terremoto a Lombok, poi a settembre a Sulawesi, che ha provocato anche uno tsunami a Palu, causando più di duemila vittime.

Quest’ultimo tsunami è arrivato totalmente inaspettato la notte del 22 dicembre, a causa del vulcano Anak Krakatoa, situato nello stretto di mare tra l’isola di Giava – dove c’è la capitale Jakarta – e l’isola di Sumatra. Le province più colpite sono Lampung e Banten. Il Krakatoa, famoso per aver causato nel 1883 una delle più disastrose eruzioni della storia, con uno tsunami durante il quale morirono 36.000 persone, è sull’isola di Rakata ed è sempre attivo.

Secondo gli esperti è probabile che una frana sottomarina abbia provocato l’onda anomala. “E' successo tutto in maniera molto repentina, non c’è stato nemmeno il tempo di dare l’allerta, come spesso accade nel Paese”, spiega Amigoni: "Perché quando lo tsunami è causato dal terremoto il mare prima si ritira e poi arriva l’onda. In questo caso l’onda si è alzata improvvisamente, non c’è stata nessuna avvisaglia”.


Caritas Indonesia si è immediatamente attivata attraverso i team di emergenza della diocesi di riferimento: la diocesi di Bogor sull’isola di Giava e la diocesi di Tanjung Karan sull’isola di Sumatra.

Il Papa all'Angelus del 23 dicembre ha pregato per le popolazioni dell'Indonesia, "colpite da violente calamità naturali, che hanno causato gravi perdite in vite umane, numerosi dispersi e senzatetto e ingenti danni materiali". Ha poi invitato alla preghiera e ha fatto appello perché non manchi la solidarietà e il sostegno della comunità internazionale.

Caritas Italiana si unisce al Santo Padre nella preghiera e sta seguendo l’evoluzione dell’emergenza in coordinamento con Caritas Indonesia con cui collabora direttamente da più di 15 anni nel supporto alle numerose emergenze naturali che colpiscono ogni anno il paese (alluvioni, terremoti, incendi), ma anche in molti progetti di sviluppo per il rafforzamento della resilienza delle comunità locali.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario (causale “Indonesia”) tramite:

• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111

• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474

• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

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