domenica 1 maggio 2016
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Primarie Usa. NEWYORK «È stato come se stessi attraversando la frontiera». Donald Trump ha aperto l’intervento alla convention repubblicana della California, venerdì sera, con una battuta provocatoria dopo essere stato costretto a oltrepassare una recinzione lungo un terrapieno e usare un ingresso secondario per accedere dell’hotel di Burlingame assediato dai manifestanti. Le proteste che hanno accolto il candidato alla nomina del Gop (Grand Old Party) nei pressi di San Francisco – e il giorno prima al rally di Costa Mesa – scaturiscono proprio dalle posizioni dell’immobiliarista newyorchese sull’immigrazione illegale, ma Trump non si è lasciato intimidire, procedendo con la sua linea dura nei confronti di chi attra- versa i confini Usa senza permesso. Allo stesso modo, a sud di Los Angeles – dove giovedì i tafferugli hanno costretto la polizia a intervenire in assetto antisommossa e portato all’arresto di una ventina di dimostranti – il miliardario ha portato sul palco i familiari di persone uccise da “irregolari” promettendo ancora una volta di costruire un muro alla frontiera con il Messico. Ignorando le manifestazioni di protesta, Trump ha fatto appello al partito perché si unisca a sostenerlo mettendo in chiaro che «per i repubblicani, la strada per la presidenza è dura» e che lui «è nella posizione migliore per battere Hillary Clinton», la sempre più probabile candidata democratica. Nonostante i tentativi dei rivali per bloccare l’immobiliarista dal conquistare i 1.237 delegati necessari ad assicurarsi la nomina dell’elefantino, Trump, che ha in pugno 1002 delegati, avrebbe raccolto alle primarie 10,1 milioni di voti, andando verso un record storico tra i candidati repubblicani e sarebbe in vantaggio in previsione del voto di martedì in Indiana – dove il governatore Mike Pence ha dato il suo appoggio allo sfidante Ted Cruz. Una tale vittoria – e i suoi 57 delegati – lo sosterrebbe quindi per l’appuntamento elettorale californiano, il 7 giugno, dove i 172 delegati in palio gli confermerebbero la nomination. Sia Trump che Clinton stanno già pertanto rivolgendo l’attenzione alla sfida di novembre, cercando di aggiudicarsi i voti dei sostenitori di Bernie Sanders e di attaccare la concorrenza. Clinton utilizzando il sessismo del miliardario a suo sfavore; Trump minacciando di «tirare in ballo il passato di Bill Clinton » e le sue infedeltà. © RIPRODUZIONE RISERVATA Donald Trump (Ansa/Ap)
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