giovedì 17 ottobre 2019
Le tariffe che dovrebbero scattare domani al centro dei colloqui. Il presidente italiano: «Le tensioni commerciali non giovano a nessuno». E Trump: «Valuteremo le vostre rimostranze»
Trump accoglie Mattarella alla Casa Bianca (Ansa)

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«Sui dazi non vogliamo essere duri con l’Italia». Donald Trump promette a Sergio Mattarella, ricevuto ieri nello Studio ovale, un dialogo sulle tariffe commerciali contro l’Europa, che dovrebbero scattare domani. Ma alla richiesta del presidente della Repubblica di fermare la guerra commerciale, chiarisce i limiti della sua buona volontà e minaccia: «Stiamo parlando, ma noi non possiamo perdere una guerra di tariffe, perché il lo squilibrio fra Usa e Europa in termini di bilancia commerciale è forte. In una guerra commerciale vinciamo noi». Il riferimento è ai circa 110 miliardi di differenza fra le importazioni di prodotti europei negli Usa e le esportazioni americane in Europa, che rende l’economia Usa meno esposta ai dazi del Vecchio continente. L’Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) ha dato il via libera a tariffe fra il 10 e il 25% su 7,5 miliardi di dollari di beni europei destinati al mercato Usa, che Washington aveva annunciato in ritorsione ai sussidi europei ad Airbus, che produce aerei in competizione con l’americana Boeing.

«L’Italia ha un problema su come i 7,5 miliardi di dollari di dazi sono stati suddivisi – ha osservato ieri il capo della Casa Bianca –. Gli Stati Uniti valuteranno attentamente le rimostranze italiane». Il capo del Quirinale ha però sottolineato che «le tensioni commerciali non giovano a nessuno» e invitato l’omologo Usa a «discutere per trovare una soluzione» ed evitare i dazi che «fra sei mesi potrebbero punire gli Stati Uniti in risposta agli aiuti pubblici a Boeing».

Ma Trump ha insistito: «L’Europa ha approfittato enormemente degli Stati Uniti, ma posso rimediare a questa situazione molto facilmente». Quindi si è appellato alla «reciprocità», sia sul commercio che sulla Nato, chiedendo all’ospite di aumentare i contributi all’Alleanza atlantica. «L’Italia paga solo l’1% invece del 2% alla Nato, spero che aumenti le spese', ha detto il capo della Casa Bianca, raccogliendo le proteste di Mattarella: «L’Italia resta il quinto contributore Nato e il secondo in termini militari dopo gli Usa», ha precisato il presidente italiano.

Poco prima Trump aveva letto a modo suo la politica italiana sull’immigrazione, descrivendo il Belpaese come una nazione «leader nella lotta all’immigrazione illegale». Quindi ha assicurato di non conoscere i dettagli della missione a Roma del ministro di Giustizia americano, William Barr, che sta cercando di dimostrare che l’inchiesta del Russiagate mossa contro di lui era politicamente motivata. E Trump si è persino detto convinto che l’indagine della sua Amministrazione «potrebbe arrivare fino al presidente Barack Obama».

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