venerdì 15 novembre 2013
È ancora in corso, in serata, lo scontro tra gli ex ribelli della rivoluzione e un folto gruppo di dimostranti che ne chiede l'allontanamento dalla capitale. I miliziani hanno aperto il fuoco e per ritorsione alcuni uomini armati hanno incendiato le ville diventate il quartier generale dei militari.
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È di 13 morti e 130 feriti, di cui almeno 15 gravi, il bilancio provvisorio degli scontri, in serata ancora in corso, tra miliziani libici e manifestanti a Tripoli. Lo rende noto la tv di Stato. I miliziani hanno aperto il fuoco contro un gruppo di dimostranti. Più tardi, per ritorsione, il quartier generale della stessa milizia è stato assaltato da uomini armati e incendiato.L'incidente è avvenuto quando un centinaio di persone si è radunato in un piccolo corteo di protesta davanti alla sede della milizia di Misurata, che controlla la zona. All'inizio i miliziani hanno esploso in aria dei colpi di avvertimento per disperdere la folla. Quando i manifestanti si sono avvicinati all'edificio, però, alcuni dei guerriglieri hanno cominciato a sparare ad altezza uomo. Questo ha innescato una violenta reazione, con gruppi di uomini armati che hanno dato alle fiamme alcune ville occupate dalla milizia. Successivamente sul posto sono arrivate decine di camion dell'esercito, per separare la folla e i miliziani, bloccando le strade per impedire l'accesso di altre persone. Il ministero della Salute ha chiesto di donare il sangue mentre i feriti continuano ad arrivare negli ospedali.Le milizie, composte da ex ribelli della rivoluzione che pose fine al regime di Muhammar Gheddafi, sono servizi di sicurezza semi-ufficiali su cui però il governo centrale non è riuscito ad imporre il controllo e di cui di recente ha chiesto lo scioglimento.
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