giovedì 24 aprile 2025
La diplomazia del Golfo ha avvicinato il governo di Kinshasa ai ribelli dell'M23 che controllano il Kivu, la parte orientale del Paese. L'intesa avvia un periodo di cessate il fuoco mentre si tratta
Un miliziano dell'M23 controlla l'ingresso della Banca centrale congolese a Goma, nel nord Kivu

Un miliziano dell'M23 controlla l'ingresso della Banca centrale congolese a Goma, nel nord Kivu - Reuters

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Qualcosa, stavolta, si muove veramente. Il governo congolese e il gruppo antigovernativo M23, che stanno tenendo colloqui in Qatar, hanno rilasciato per la prima volta una dichiarazione congiunta in cui hanno affermato di voler "lavorare per la conclusione di una tregua". "Dopo discussioni franche e costruttive, i rappresentanti della Repubblica democratica del Congo e dell'AFC/M23 hanno concordato di lavorare per la conclusione di una tregua", hanno annunciato l'M23 e il governo congolese in una dichiarazione congiunta trasmessa dalla televisione nazionale congolese e dal portavoce dell'M23.

"Entrambe le parti ribadiscono il loro impegno per una cessazione immediata delle ostilità'", un impegno che intendono rispettare "immediatamente" e "per tutta la durata dei colloqui e fino alla loro conclusione", si legge nella dichiarazione. Il testo non specifica se tale impegno costituisca una dichiarazione d'intenti o se verrà formalizzato immediatamente.

La Repubblica democratica del Congo, nella sua parte orientale del Nord e Sud Kivu, è ricca di risorse e confinante con il Ruanda è dilaniata dal conflitto da 30 anni, ma la crisi si è intensificata negli ultimi mesi con la presa delle principali città di Goma e Bukavu da parte del gruppo armato antigovernativo M23, sostenuto da Kigali e dal suo esercito. Dalla rinascita del gruppo armato alla fine del 2021, il regime del presidente Fèlix Tshisekedi si è a lungo rifiutato di interagire direttamente con l'M23 e la sua ala politica, la Congo River Alliance (AFC/M23), che considera guidato del Ruanda. Di recente il Qatar si è affermato come nuovo mediatore nella crisi e, ad aprile, a Doha sono iniziati i colloqui tra Kinshasa e l'M23, ma queste discussioni non erano state finora oggetto di alcuna comunicazione ufficiale da nessuna delle due parti.

Dalla fine del 2021 è stata firmata e poi violata più' di una mezza dozzina di cessate il fuoco e tregue. Nelle regioni orientali è presente anche una miriade di gruppi armati più o meno autonomi, talvolta utilizzati come rappresentanti di Kinshasa o dei paesi limitrofi. Tutti i tentativi diplomatici di risolvere la crisi tra Kinshasa e Kigali sono finora falliti. Sebbene Doha non abbia ricevuto un mandato per agire in questo conflitto, l'emirato, che ha moltiplicato i suoi sforzi di mediazione in varie crisi (Darfur, Afghanistan, Yemen, Gaza), ha firmato negli ultimi anni diversi accordi quadro di cooperazione economica con Kigali e Kinshasa. In particolare, ha investito più' di un miliardo di dollari in un futuro hub aeroportuale vicino a Kigali e si è' impegnata a modernizzare le strutture portuali e aeroportuali del Congo.

Il Ruanda non ha mai riconosciuto esplicitamente la sua presenza sul suolo congolese, pur riconoscendo le preoccupazioni per la sicurezza lungo il confine con la Repubblica democratica del Congo e chiedendo in particolare lo sradicamento delle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr), fondate dagli ex leader hutu ruandesi responsabili del genocidio del 1994 contro i tutsi.

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