giovedì 21 luglio 2016
​E' stato Al Baldasaro a dire che la rivale Clinton dovrebbe "essere processata per alto tradimento" e "portata davanti a un plotone di esecuzione". Trump, nel frattempo, mette un punto di domanda sulla Nato
Consigliere di Trump: «Hillary da fucilare»
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​"Hillary Clinton dovrebbe essere portata davanti a un plotone di esecuzione e fucilata per alto tradimento". Ad usare queste frasi pericolosissime, durante  un'intervista allo show radiofonico di Jeff Kuhner,è stato Al Baldasaro, stretto collaboratore di Donald Trump favorito alla presidenza degli Stati Uniti. Sull' aggressività del consigliere del magnate americano, nei confronti della candidata democratica, che rappresenta, per il momento, l'unico bastione di resistenza all'ascesa di Trump si è scatenato un ciclone mediatico.

 

Il team elettorale della Clinton ha risposto alle dichiarazioni di Al Baldasaro denunciando la "costante escalation dioltraggiosa retorica di Trump che rischia di diffondere tra iRepubblicani quel tipo di odio che a lungo era stato relegato aimargini della politica americana".  A fare polemica sono anche le dichiarazioni di Trump sugli alleati Nato che non verrebbero automaticamente difesi, una volta attaccati, se il magnate diventasse presidente degli Stati Uniti.

 

In un'intervista al New York Times Trump ha, infatti, spiegato che deciderebbe un intervento militare soltanto dopo aver valutato il contributo di quei Paesi all'Alleanza atlantica. Se la Russia aggredisse uno dei Paesi Baltici membri della Nato, per esempio, Trump ci penserebbe un attimo prima di intervenire e deciderebbe di aiutare il paese attaccato soltanto se quest'ultimo "ha adempiuto pienamente ai suoi obblighi nei nostri confronti".

 

Sulla vittoria di Trump nella corsa alla Casa Bianca, che si concluderà tra tre mesi, c'è da oggi un punto di domanda in più messo dal senatore del Texas Ted Cruz, ex rivale repubblicano di Trump, che ha deciso di negare il suo sostegno all'aspirante presidente. Durante il suo discorso alla convention repubblicana di Cleveland, Cruz si è congratulato con Trump ma non gli ha dato il suo sostegno e ha lasciato il palco in mezzo ai fischi.

 

I delegati si aspettavano, infatti, che il suo discorso segnasse la fine della rivalità delle primarie, con un “endorsement” simile a quello già fatto in campo democratico da Sanders, che si è impegnato a fare tutto il possibile perché Hillary sia eletta. Il senatore del Texas ha tenuto un discorso molto alto, sui valori in gioco nelle prossime elezioni che vanno difesi, ma si è limitato a fare «le mie congratulazioni a Donald Trump per aver ottenuto la nomination alla Casa Bianca».

 

I delegati all’inizio lo avevano applaudito, ma col passare del tempo sono diventati sempre più impazienti, perché il sostegno ufficiale che si aspettavano non arrivava. Quindi hanno cominciato ad urlare il nome del candidato, «Trump! Trump! Trump!», sempre più forte, per incoraggiare Ted ad appoggiarlo. Cruz invece li ha quasi presi in giro, rivolgendosi così alla delegazione dello stato di Donald che era in prima fila: «Apprezzo molto l’entusiasmo della delegazione di New York». Quindi ha invitato tutti gli elettori a «votare secondo coscienza per il gruppo di candidati che più garantiscono di rispettare la Costituzione», senza aggiungere altro. 

 
A quel punto metà dei delegati si sono alzati in piedi per fischiarlo: «Boo! Boo! Boo!», è diventato l’urlo della sala. Dopo Cruz è salito sul palco il candidato vice presidente Pence, che ha spiegato perché Hillary non può essere eletta, e perché Trump è necessario a rilanciare il paese, ma a quel punto il danno era fatto. Il Partito repubblicano ha mostrato a tutta l’America la sua divisione in diretta televisiva, e non sarà facile adesso recuperare l’unità nei poco più di tre mesi che mancano al voto.
 
 
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