martedì 8 marzo 2022
L’esercito russo è tornato ai metodi tradizionali: accerchiare i centri nemici e raderli al suolo con l’artiglieria. Era già successo a Grozny e ad Aleppo. Ma c'è il problema dell'imprecisione
La città di Irpin rasa al suolo: militari aiutano una donna inferma a lasciare la città

La città di Irpin rasa al suolo: militari aiutano una donna inferma a lasciare la città - Reuters

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Ormai è chiaro. Dopo aver fallito le operazioni chirurgiche di assalto frontale alle città ucraine, l’esercito russo è tornato ai metodi tradizionali: accerchiare i centri nemici e raderli al suolo con l’artiglieria. Era già successo a Grozny e ad Aleppo. I regolari di Mosca campano sull’artiglieria. È una tradizione sovietica.

La riforma che ha ristrutturato da poco l’esercito ha enfatizzato ancora maggiormente le capacità dell’artiglieria, assegnando tre battaglioni di fuoco «spietato» a ogni brigata. Il loro compito è far tabula rasa di tutto quello che incontrano, in maniera spesso indiscriminata, per spianare la strada ai veicoli blindati e alle fanterie, incaricate di occupare il terreno. Ecco perché dal fronte ucraino arrivano immagini di edifici civili sventrati. I colpi dei razzi non risparmiano nemmeno le chiese. Il problema principale è che i russi non riescono a coordinare la massa con la precisione. Stanno facendo ampio uso di lanciarazzi multipli. Moltissimi risalgono al periodo bipolare: offrono un volume di fuoco impressionante, ma sono terribilmente imprecisi.

Il Grad che sta bersagliando le città ucraine spara 40 razzi in pochi secondi fino a 40 chilometri di distanza, secondo la munizione impiegata. Alla gittata massima, nonostante la guida satellitare, metà dei colpi cade oltre una circonferenza superiore ai 90 metri. In una città bombardata a tappeto, l’effetto è devastante.

Ed è quello che sta avvenendo in Ucraina. Lo scenario più allarmante è sotto gli occhi di tutti: in questa guerra i russi non sono ancora riusciti a conquistare il dominio aereo. È un handicap che si ripercuote anche sulla precisione dell’artiglieria, incapace di integrarsi in un sistema organico di ricognizione del tiro: le mancano i sensori, come gli aerei radar, i droni e così via, ostacolati dai missili terra-aria ucraini. E così non arrivano le coordinate degli obiettivi nemmeno ai veicoli e alle piattaforme di fuoco, che sparano spesso alla cieca. È un dramma nel dramma. Quando inizia la guerra, la ragione sprofonda nell’abisso.

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