lunedì 28 novembre 2016
È stata bocciata in Svizzera l'iniziativa popolare per un abbandono pianificato dell'energia nucleare
Svizzera: non passa uscita anticipata dal nucleare, 54% vota no
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In Svizzera è stato bocciato il referendum che chiedeva un'uscita pianificata del Paese dall'energia nucleare, promosso dai verdi. Per passare la consultazione doveva ottenere il sì della maggioranza totale dei cittadini e si doveva imporre in una maggioranza di
cantoni. Il 54,2% degli elettori e ben 20 cantoni e semi-cantoni su 26, si sono schierati contro, con un'affluenza complessiva al 44%. Il sì ha vinto solo in alcuni cantoni francofoni, tra cui Basilea con il 60% e Ginevra con il 59%.


Il referendum puntava ad accelerare l'uscita della Svizzera dal nucleare vietando la costruzione di nuove centrali e limitando a un massimo di 45 anni la durata d'esercizio degli impianti esistenti. Questo voleva dire che dei cinque reattori nucleari ancora in funzione, due sarebbero stati fermati già nel 2017: quelli di Beznau (attivo da 47 anni, il più longevo in esercizio) e di Muhlberg (inaugurato nel 1972).


Dopo il disastro nucleare di Fukushima, nel 2011, la Svizzera ha annunciato una graduale rinuncia all'energia atomica ma senza fissare una tabella di marcia. L'idea è di dismettere nel tempo i cinque obsoleti reattori in funzione che attualmente producono un terzo del fabbisogno elvetico di energia elettrica.

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