martedì 24 novembre 2020
Il progetto, finanziato dal Ministero degli Interni, vuole garantire educazione professionale a quasi 700 giovani e avviare micro-imprese per creare una alternativa concreta alla migrazione
«Lavoro e sviluppo». Tamat in Mali per formare agricoltori e artigiani
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E' rientrata​ la scorsa settimana dal Mali la delegazione di Tamat Ngo, guidata dal direttore Piero Sunzini, per avviare con i partner locali “Baara Ni Yiriwa – Lavoro e Sviluppo in Mali”, progetto coordinato da Tamat NGO, finanziato dal Ministero dell’Interno italiano in collaborazione con Fondazione ISMU, il Cesi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC), Haut Conseil des Maliens des Maliens à l’Extérieur – Italie (H.C.M.E Italie), Le Tonus ONG (Mali) e Caritas Mali. ​La delegazione ha avuto la possibilità di incontrare il cardinale Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako e i responsabili locali di Caritas Mali e della ONG Le Tonus con i quali sono stati definiti aspetti operativi finalizzati alla gestione locale del progetto.

“Baara Ni Yiriwa – Lavoro e Sviluppo in Mali”, è un progetto della durata di 36 mesi che che si svolgerà nella Regione di Koulikoro, Cercle de Kati, in 4 villaggi dei comuni di Yélékebougou e Kambila e che prosegue le attività del progetto europeo AWARTMALI coordinato da Tamat e finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea (AMIF ). In questa nuova fase il progetto non solo continuerà a sensibilizzare ed informare a livello locale sui rischi della migrazione, ma risponderà concretamente ai bisogni locali attraverso formazione e lavoro in campo agricolo e nel settore dell’artigianato. La formazione riguarderà 600 agricoltori (150 per villaggio), 26 giovani disoccupati, 24 formatori in loco e verranno erogati fondi di microcredito per start-up a circa 440 beneficiari. La formazione professionale fornirà competenze spendibili in attività artigianali quali quelle di idraulici e fabbri, nello sviluppo agricolo favorendo l’accesso alle risorse idriche, al credito, alla formazione e promuovendo la sostenibilità ambientale, nello sviluppo di imprenditorialità per la creazione di micro-imprese generatrici di reddito. Il progetto, infine, vuole essere un contrasto all’esodo migratorio con attività di informazione e sensibilizzazione sui rischi della migrazione e sulle opportunità di lavoro in patria.

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