martedì 3 marzo 2020
Demoggi al voto in 14 Stati per decidere la nomination delle presidenziali: in palio 1.357 delegati. Il «socialista» avanti in California e Texas. Fuori Buttigieg (che appoggia Biden) e Klobuchen
Super Martedì, Sanders cerca la volata Biden e Bloomberg inseguono la svolta
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Inviata a San Diego Un’incoronazione ufficiale non sarà ancora possibile. Ma il vincitore del «Super martedì» di oggi, quando un terzo dei democratici si recherà alle urne, accumulerà un vantaggio considerevole e potrebbe diventare lo sfidante di Trump a novembre. Le previsioni della vigilia puntano su Bernie Sanders, il 77enne socialdemocratico che preferisce l’etichetta di socialista e che, con il suo modo di fare di ideologo scontroso di un’altra epoca, ha conquistato i giovani americani. Il senatore del Vermont è nettamente in testa nei sondaggi dei due principali Stati in palio, la California e il Texas, che offrono il maggior numero di delegati. Di questi – rappresentanti locali che si impegnano, in base ai risultati nel loro Stato, a votare per uno o l’altro candidato alla convention nazionale del partito – oggi ne verranno assegnati 1.357, un bottino considerevole rispetto ai 2.376 necessari per la nomination. Sanders ne ha già 54. Ma, soprattutto, l’ex sfidante di Hillary Clinton ha raccolto 46,5 milioni di dollari in febbraio, il massimo mai racimolato finora. Parlando di soldi, il candidato in migliore posizione resta comunque Michael Bloomberg, che finanzia la sua campagna con uno sterminato patrimonio personale.

L’ex sindaco di New York oggi farà il suo debutto elettorale, non avendo ancora voluto mettere finora il suo nome sulle schede. Il miliardario punta tutto (500 milioni di dollari finora) sui 14 Stati che tengono consultazioni oggi, dove ha investito pesantemente in pubblicità. Ma le sue mediocri prestazioni ai due dibattiti democratici, dove è risultato arrogante e paterna-lista, hanno sollevato il dubbio che si tratti di una candidatura che potrebbe crollare in ogni momento. Tornata decisiva anche per Joe Biden, l’ex vicepresidente di Barack Obama che ha ottenuto la sua prima vittoria in South Carolina grazie al voto degli afroamericani, ma che in tutti gli Stati in gioco oggi si trova sotto la soglia del 15% necessaria per ottenere una fetta dei delegati. Biden peraltro potrebbe avvantaggiarsi dell’uscita di scena di due moderati, Amy Klobuchar (che gli ha dato già il suo appoggio) e Pete Buttigieg, l’astro nascente del partito che aveva vinto in Iowa prima di perdere forza. Buttigieg, a 38 anni, era anche più giovane di una quarantina d’anni dei tre candidati in testa alla gara, tutti vicini agli 80. E c’è dell’ironia nel fatto che tre quasi ottuagenari siano gli unici sfidanti di Trump, a 73 anni il presidente più anziano della storia Usa. L’America ha forse perso fiducia nel futuro e nei giovani?. E ieri Buttigieg ha espresso il suo appogio a Biden con queste parole: "Sto cercando un leader, sto cercando un presidente, che tirerà fuori ciò che è meglio in ognuno di noi".

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