martedì 17 settembre 2013
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Il più alto riconoscimento dell’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati, il Premio Nansen, va a una suora congolese: è Angélique Namaika, che lavora da anni per i sopravvissuti alla violenza del Lord’s Resistance Army, LRA (Esercito di Resistenza del Signore ) nelle aree remote della Repubblica Democratica del Congo.
 
 Suor Angélique, attraverso il suo "Centro per la reintegrazione e lo sviluppo", ha contribuito a cambiare le vite di più di 2mila donne e ragazze costrette a lasciare le loro case e vittime di abusi, principalmente per mano dell’LRA. Molte delle donne aiutate da suor Angélique raccontano storie di rapimenti, lavori forzati, percosse, assassinii, stupri e altre violazioni dei diritti umani.
 
Il suo approccio individuale aiuta queste donne a riprendersi dai traumi e dai danni subiti. Oltre alle violenze che hanno subito, spesso sono ostracizzate dalle loro stesse famiglie e comunità.
 
Servono cure speciali per aiutarle a guarire e rimettere insieme i pezzi delle loro vite spezzate. Suor Angélique è in grado di farlo, aiutandole a imparare un mestiere, avviare una piccola attività economica o facendole tornare a scuola. E molte ormai la chiamano affettuosamente “mamma”.
 
La proclamazione del Premio Nansen 2013 coincide con la pubblicazione di un rapporto sulle vite delle persone sfollate dalle violenze dell’LRA. Si stima che dal 2008 nella provincia orientale della Repubblica democratica del Congo circa 320.000 persone siano state costrette a fuggire, in alcuni casi più di una volta. Il rapporto – prodotto dall’UNHCR e dall’IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre) – sottolinea le ragioni per cui le violenze dell’LRA hanno provocato traumi così gravi e duraturi sia nelle persone rapite che nelle centinaia di migliaia di persone ancora troppo spaventate per far ritorno a casa.
 
Nel 2009, quando viveva nella cittadina di Dungu, la stessa suor Angélique è stata costretta alla fuga a causa delle violenze e può quindi comprendere quanta sofferenza provochi dover fuggire dalla propria casa. È anche questa consapevolezza che la spinge di giorno in giorno a raggiungere le persone bisognose di aiuto.
 
António Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha lodato la vincitrice di quest’anno, affermando: “Suor Angélique lavora in modo instancabile per aiutare donne e ragazze che sono in condizioni di vulnerabilità estrema a causa dei traumi subiti, della povertà e della migrazione forzata. Le sfide che deve affrontare sono impressionanti e questo rende il suo lavoro ancora più prezioso: non c’è niente che la possa fermare”.
 
L’operato di suor Angélique è reso ancora più eccezionale dal fatto che nel territorio in cui lavora l’elettricità, l’acqua potabile e le strade asfaltate sono una rarità. Anche in mancanza di strumenti adeguati e con risorse quasi inesistenti, suor Angélique non si lascia spaventare. Alleviare le sofferenze di queste donne e di queste ragazze sradicate, dare loro una nuova speranza per il futuro, è diventata la sua ragione di vita.
 
Guterres continua: “Le vite di queste donne sono state spezzate dalle violenze brutali e dalla migrazione forzata. Suor Angélique ha dimostrato che anche una sola persona può fare un’enorme differenza per le vite delle famiglie distrutte dalla guerra. È una vera e propria eroina".
 
Commentando la proclamazione, la neo-vincitrice ha dichiarato: “È difficile immaginare quanto abbiano sofferto le donne e le ragazze vittime di abusi dell’LRA. Porteranno per tutta la loro vita le cicatrici di queste violenze. Questo premio significa che altre persone sfollate a Dungu potranno ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno per ricominciare le loro vite. Non smetterò mai di fare tutto il possibile per dar loro la speranza e l’opportunità di vivere ancora”.
 
Suor Angélique riceverà il Premio Nansen per i Rifugiati e la Medaglia Nansen durante la cerimonia che si terrà il 30 settembre a Ginevra. All’evento parteciperanno anche lo scrittore Paulo Coelho, che pronuncerà un discorso ufficiale, la cantautrice inglese Dido, la cantautrice malesiana Yuna e i musicisti maliani nominati ai Grammy Awards, Amadou e Mariam. Dopo la cerimonia, suor Angélique raggiungerà Roma, dove il 2 ottobre sarà ricevuta in Vaticano da Papa Francesco.
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