giovedì 2 luglio 2015
​Il tribunale di Khartum ha confermato le accuse contro 2 pastori evangelici: blasfemia, spionaggio, attentato alla Costituzione.
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A un anno dalla liberazione di Meriam Ibrahim, altri due cristiani rischiano in Sudan la pena di morte. Le accuse sono gravi: blasfemia e spionaggio. Per tali reati due pastori della Chiesa evangelica presbiteriana sudanese, Yat Michael, 49 anni, e Peter Yein Reith, 26, potrebbero essere condannati a giorni alla pena capitale. Oggi il giudice della Corte penale di Khartum a cui è stato affidato il procedimento a loro carico ha confermato le accuse: blasfemia, spionaggio, attentato alla Costituzione e all'ordine pubblico. Michael è stato arrestato il 21 dicembre, dopo il culto domenicale. Tre settimane dopo, l'11 gennaio, è stato fermato Reith, mentre tornava a casa dopo una riunione di preghiera. Entrambi sono tenuti in custodia in un carcere di massima sicurezza senza garanzia del rispetto dei propri diritti, come denunciato da Kate Allen, direttrice di Amnesty Internetional UK. L'ong Italians for Darfur aveva denunciato i due casi lo scorso febbraio, durante la presentazione dell'annuale rapporto sulla situazione dei diritti umani in Sudan, e ha avviato una petizione per chiedere la loro liberazione. L'appello è stato raccolto dal senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani a Palazzo Madama, il quale aveva presentato un'interrogazione parlamentare rivolta al ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Paolo Gentiloni. A fornire l'assistenza legale ai due pastori è lo stesso avvocato che assisté Meriam, la giovane madre riparata negli Usa, Mohaned Mustafa Alnour. Dietro la cattura di entrambi ci sarebbero le loro denunce sulle irregolarità di una proprietà della chiesa evangelica Bahri da parte di un organismo legato al governo. I due religiosi,inoltre, hanno condannato le discriminazioni dei cristiani in Sudan. Italians for Darfur ha anche sollecitato un'iniziativa al Parlamento Europeo. Un gruppo di europarlamentari, tra cui Gianni Pittella, Elena Valenciano, Silvia Costa, Kashetu Kyenge, Patrizia Toia, Enrique Guerrero Saloma, Luigi Morgano, ha interpellato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue e vicepresidente, Federica Mogherini, per sapere se l'ambasciatore dell'Unione a Khartoum sia a conoscenza della vicenda e abbia notizie in merito alle condizioni dei due pastori. Inoltre si chiede di sollecitare il governo sudanese sulla questione della tutela delle minoranze religiose, in particolare cristiane, intraprendendo azioni concrete affinchè il Sudan rispetti la Costituzione, che garantisce la libertà religiosa in contrasto con quanto previsto dalla sharia.
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