mercoledì 18 maggio 2011
Venerdì, quando uscirà dal carcere di Rikers Island per tornare in aula, il direttore dell'Fmi dovrebbe difendersi così: il rapporto sessuale avuto con la cameriera del Sofitel è stato consensuale. L'avvocato della donna: nulla di quanto accaduto in quella stanza fu consensuale.
- Sarkozy tace, la Aubry scoppia in lacrime
COMMENTA E CONDIVIDI
Venerdì prossimo, quando uscirà dal carcere di Rikers Island per tornare in aula, Dominique Strauss-Kahn dovrebbe difendersi così: il rapporto sessuale avuto con la cameriera del Sofitel è stato consensuale. Lo riferisce il New York Post, citando fonti del collegio di difesa, che hanno ribadito quanto già detto in aula dal suo avvocato Benjamin Brafman: «Riteniamo che gli elementi di prova non siano compatibili con l'ipotesi di un rapporto forzato. Potrebbe esserci stato un consenso». Ben diversa la posizione del legale della donna che ha denunciato Strauss-Kahn. L'avvocato Jeff Shapiro ha dichiarato alla CNN che la sua cliente «è costretta a nascondersi, non può andare a lavorare, il trauma subito è straordinario». "Non c'è nulla di consensuale in ciò che è avvenuto in quella stanza d'albergo": così ha sintetizzato la linea che la propria assistita seguirà in aula davanti alla giuria Jeff Shapiro. "Io", ha replicato il legale della donna, intervistato dal notiziario televisivo del network 'Nbc', "penso che, quando i giurati avranno ascoltato la sua testimonianza, e l'avranno vista di persona, e quando lei potrà finalmente uscire allo scoperto e raccontare la propria storia, penso", ha ripetuto Shapiro, "che troveranno non veritiere le asserzioni relative a sesso o rapporti comunque consensuali". L'avvocato ha spiegato poi come la giovane cameriera di colore, che da quando la vicenda è diventata nota non è più apparsa in pubblico nè ha rilasciato dichiarazioni, sia decisa a fornire agli inquirenti una piena collaborazione. Shapiro ha infine difeso la buona fede della donna, che da più parti è indicata come il possibile strumento di un fantomatico complotto ai danni di Strauss-Kahn, fino a pochi giorni fa considerato, in qualità di candidato socialista, come il più probabile vincitore delle presidenziali previste in Francia nel 2012. "Lei non ha alcun programma, fa quello che sta facendo perchè ritiene che sia sua responsabilità il farlo. E", ha concluso in tono deciso, "lo farà". Venerdì la giustizia americana sarà chiamata a valutare queste due verità. Dominique Strauss-Kahn spera se non altro di poter lasciare il carcere, dove è stato posto addirittura sotto sorveglianza anti-suicidio, per precauzione. Nel giro di 72 ore il direttore dell'Fmi è passato da una suite di lusso da 3mila dollari notte a una cella di 3,5x4 metri del Rikers Island, il penitenziario di New York riservato ai criminali "veri". Mentre tre giorni prima era ancora saldamente seduto su una delle poltrone finanziarie più potenti al mondo, ora si ritrova di fatto "scaricato" dal Fondo: «L'immunità del direttore generale è limitata, e non è applicabile a questo caso», ha dichiarato in una nota il portavoce dell'Fmi, William Murray. Settantadue ore prima Strauss-Kahn aveva a disposizione a New York due bagni, una camera da letto e un soggiorno sontuosi. Ora vivrà almeno fino a venerdì avendo a disposizione, nella stessa città, una branda, un bicchiere, una saponetta, un dentifricio. Isolamento completo in regime di cosiddetto suicide watch: «Dato il suo alto profilo, non vorremmo che potesse essere vittima di aggressioni da parte di qualche detenuto», hanno precisato al Department of Corrections di New York. A New York si aspettavano che, dopo aver trascorso la notte in una cella di un commissariato ad Harlem, Strauss-Kahn sarebbe stato rilasciato su cauzione. Il giudice di Manhattan Melissa Jackson ha disposto invece non solo il mantenimento della carcerazione, ma addirittura la detenzione a Rikers Island. È il segno della severità con la quale la giustizia Usa sta affrontando il caso. Generalmente i detenuti "vip" o quelli in attesa di giudizio, come nel suo caso, vengono mandati al Metropolitan Correctional Center di Manhattan. È più vicino e soprattutto è meno lugubre. Lì, per esempio, è stato rinchiuso il banchiere Bernard Madoff. Ma lì ci vanno i detenuti accusati di reati federali. Per Strauss-Kahn, invece, si sono aperte le porte del Rikers Island, la città-prigione che sta tra il Bronx e Queens e che ospita una popolazione carceraria di 15mila detenuti. È il carcere dei criminali comuni, quello dove finisce chi deve scontare condanne di tipo "ordinario": omicidio, rapina, stupro, violenza, furto. Strauss-Kahn dovrà restarci almeno quattro notti, in costante osservazione. Il giudice Jackson, nel respingere la libertà su cauzione ha lasciato intendere che esistono nel caso circostanze aggravanti. Pesano su di lui accuse per reati analoghi; pesa che sia stato fermato nell'atto di partire; pesa che esistano video registrati dal sistema a circuito chiuso dell'albergo in cui Strauss-Kahn è ripreso mentre lascia la suite 2806. «A giudicare dalle immagini - ha detto l'assistente procuratore John McConnell - pare avere molta fretta».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: