domenica 15 novembre 2015
Reportage di Luca Geronico dal sobborgo parigino di Omar Ismail Mostefai. Il rettore della moschea: non veniva qui, è stato indottrinato su internet.
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La tana del lupo, Courcouronne è un sobborgo di 10mila abitanti sorto negli anni Ottanta. Gia sulla Rer, la linea ferroviaria locale, sembra di essere nel Maghreb: pochissimi i francesi da più generazioni. Case popolari, il liceo con l'immancabile "Liberte', fraternitè, egalite'" con a fianco la moschea. Omar Ismail Mostefai, il kamikaze francese del commando al Bataclan è cresciuto qui. Un sobborgo tranquillo, dicono i passanti, ma la notizia di avere uno jihadista nella porta accanto alza inevitabile la diffidenza. È una banlieu che si è radicalizzata, dicono in centro a Parigi, e più di uno parla di moschee finanziate dalle potenze del Golfo. "È un sobborgo molto tranquillo, un caso isolato non deve portare a demonizzare tutti", dice un passante con la baguette in mano davanti alla parrocchia di Banduofle dove abitava il fratello del kamikaze. Nessuno li conosce, nemmeno il rettore della moschea di Courcouronne. "È un nome che ho già sentito ma non associo nessun volto. Ho chiesto a mio figlio che dice di ricordare vagamente qualcuno". Del resto nel 2010, dicono gli inquirenti, si è trasferito a Chartres, poi un via vai con l'Algeria e nel 2014 l'"arruolamento" in Siria. È il "fujihad", commenta l'imam: questi terroristi non vengono dalle moschee ma sono reclutati dalla propaganda su Internet. Ma nessuno ora si sente al sicuro: "Se vedete un bagaglio abbandonato - gracchia l'altoparlante alla stazione - chiamate subito...".
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