sabato 14 novembre 2015
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I conti ancora non tornano. Cinque devastanti attacchi compiuti da solo 7 terroristi, quanti sono i kamikaze morti? Per quanto ben addestrati nessun rambo-mujaheddin riuscirebbe in un’azione di quella portata: con diverse decine di morti, di feriti gravi, di ostaggi rimasti in balia per interminabili minuti. Le prime tre operazioni sono state compiute in sincronia, alle 20.20. Poi, quando i soccorsi stavano prendendo il posto dei corpi speciali, altri due scontri, in luoghi differenti e lontani, alle 21,45 e alle 23,20. I corpi dei kamikaze, a quanto è possibile ricostruire, sono però stati rinvenuti nei luoghi dei primi tre attacchi. Perciò si spiega la caccia all’uomo in tutta Europa, con il coinvolgimento dell’Interpol e dei servizi segreti del Vecchio Continente, consapevoli che la filiera jihadista intervenuta a Parigi è ben più lunga di quanto le prime notizie ufficiali raccontano. Le piste che stanno seguendo gli inquirenti francesi in queste ore si allargano poi ad altri Paesi. Secondo il procuratore della Repubblica, negli attentati è stata usata una Polo nera con targa belga, noleggiata da un cittadino francese che questa mattina è stato arrestato alla guida di una terza auto alla frontiere franco-belga. È aperta dunque l'ipotesi dell'arrivo di una cellula di terroristi dal Belgio, poi fuggiti in qualche modo e magari già fuori dalla Francia. L’agenzia di intelligence privata Stratfor, agli addetti ai lavori conta come “la Cia ombra”, in un report di questo pomeriggio segnala che gli attacchi, “chiaramente coordinati”, sono avvenuti con metodi diversi. Nella prima ondata, due attentatori suicidi si sono fatti saltare in aria allo Stade de France e in aree limitrofe. “Nel frattempo, uomini armati hanno aperto il fuoco, pare con fucili Kalashnikov, in un ristorante cambogiano”, mentre altri colpi venivano sparati nella sala da concerti Bataclan. “Circa 25 minuti più tardi, uomini armati hanno aperto il fuoco anche su Rue de Charonne. E circa un'ora dopo gli attacchi iniziali, altre azioni di cellule terroristiche hanno avuto luogo presso il Louvre e Les Halles”. Kamikaze, incursioni armate, guerriglia urbana. Modalità che vogliono indicare la capacità di chi ha ordito il piano di poter contare su uomini e mezzi in grado di agire in modo imprevedibile e terribilmente efficace. Il ministro della Giustizia del Belgio, Koen Geens, ha confermato "più arresti" a Bruxelles nel quartiere di Molenbeek legati agli attentati di Parigi. Almeno uno degli attentatori di Parigi aveva un biglietto d'ingresso alla partita Francia-Germania, ma è stato fermato ai cancelli dello Stade de France dopo che gli addetti ai controlli hanno scoperto che indossava dell'esplosivo. Allora si è fatto esplodere mentre tentava la fuga. Lo riporta il Wall Street Journal, citando un addetto alla sicurezza dello stadio. Questo conferma che l’attacco era stato pianificato da lungo tempo, considerato che i biglietti per entrare nello stadio erano in vendita da diversi mesi. “Tutti sanno che lo Stato islamico preparava da mesi qualcosa di grosso", ha detto Marc Trévidic, ex giudice anti-terrorismo tra i più noti e stimati. "Sapere che c'è una minaccia non vuol dire poterla fermare - ha aggiunto - perché la minaccia ha cambiato natura negli ultimi due anni". Quindi Trévidic ha domandato: "Chi avrebbe potuto immaginare che il mondo avrebbe permesso la creazione di un gruppo terroristico simile?". Per il magistrato, ora vice presidente del tribunale a Lille, "Al Qaeda ha molti volontari in meno, è obbligata a fare delle cose per salvaguardare la persona che addestra - ha continuato Trévidic - ma quando si ha tutto sotto mano, come lo Stato islamico che ha schiere di volontari, te ne puoi fregare".
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