lunedì 12 ottobre 2015
Le vittime sono oltre 120. Martedì massici scioperi. Manifestazioni dei filo-curdi in tutto il Paese, due bambine uccise.
Il dolore del Papa per le vittime
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Per il governo turco c'è l'Is, lo Stato islamico, dietro la strage di sabato mattina ad Ankara. Il premier AhmetDavutoglu ha assicurato che il duplice attentato suicida, costato la vita di oltre 120 persone, "è un tentativo di influenzare le elezioni del primo novembre e di gettareun'ombra sul risultato" e che è vicina l'identificazione di uno dei due kamikaze, "entrambi uomini". "Se si guarda alle modalità con cui è stato compiuto questo attentato, consideriamo che le indagini sull'Is siano la nostra priorità", ha spiegato il premier.Gli sviluppi nelle indagini non placano la rabbia dei filo-curdi e dei tanti turchi indignati. Nelle proteste di domenica sono morte due bambine: una di tre 3 anni ad Adana, colpita a morte da spari dalla polizia mentre era in braccio alla madre, e l'altra di 9 anni, Helis Sein, nella provincia sud-orientale di Diayarbakir, centrata alla testa da tre proiettili. "Dalla scorsa notte gli scontri sono aumentati nel distretto di Sur, dove è stato imposto il coprifuoco", ha riferito il partito filo curdo Hdp."Fermiamo la vita": con questo slogan oggi e domani centinaia di migliaia di turchi si asterranno dalle loro attività quotidiane in solidarietà con le famiglie delle vittime della strage di Ankara e per partecipare alle decine di manifestazioni organizzate in tutto il Paese. A proclamare due giorni di sciopero erano state inizialmente alcune sigle di categoria, tra cui la più grande associazione dei medici turchi (Ttb), che rappresenta l'80% dei dottori, quella di ingegneri e architetti (Tmmob) e i sindacati del settore pubblico e privato Kesk e Disk. Ieri si è aggiunta la mobilitazione di cittadini comuni, che attraverso l'hashtag #HayatiDurduruyoruz, appunto "fermiamo la vita", hanno deciso di annullare diversi corsi universitari e appuntamenti di lavoro.  Le elezioni, che ormai si preannunciano come un referendum sul presidente Recep Tayyip Erdogan, sono confermate, ma la tensione è altissima. Erdogan cerca di riconquistare la maggioranza assoluta del suo partito, Akp, Giustizia e Sviluppo: per settimane ha attaccato violentemente il partito filo-curdo l'Hdp, accusandolo di essere il braccio politico dei ribelli curdi del Pkk. Una demonizzazione attentamente orchestrata, giocata in parallelo all'atteggiamento ambiguo sulla Siria, dove i curdi combattono l'Is. Adesso il Paese è spaccato in due e gli oppositori lo accusano nel migliore dei casi di aver fallito nell'attività di intelligence, nel peggiore di complicità nel fomentare i sentimenti nazionalisti in chiave anti-curda.  
La situazione, ha riconosciuto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, "è drammatica" e l'auspicio è che "nelle prossime settimane si riesca ad arrivare alle elezioni del primo novembre senza che degeneriulteriormente". Ciò che preoccupa, ha spiegato il titolare della Farnesina, è la "minaccia alla stabilità di un Paese che fa parte della Nato, è nostro alleato e ha un ruolo strategico nella regione". A questo si aggiunge il timore che "il clima di violenza possa indebolire anche le forze democratiche dell'opposizione". La situazione è così gravida di conseguenze per l'intera area che domenica il cancelliere tedesco, Angela Merkel, andrà ad Ankara: incontrerà il presidente Erdogan e il premier Davutoglu per discutere dilotta al terrorismo, ma anche del conflitto siriano e della crisi dei migranti. Anche la Commissione europea si è detta pronta a partire non appena terminati i tre giorni di lutto. Intanto, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha annunciato che manterrà il suo impegno al rispetto del cessate-il-fuoco, in onore delle decine di vittime della strage di sabato scorso ad Ankara. Lo ha fatto sapere un alto comandante del Pkk in un sito web vicino gruppo. Dopo l'attentato ad Ankara, la situazione richiede lo sforzo congiunto di Russia e Turchia nella lotta al terrorismo internazionale, ha scritto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov nel libro di condoglianze firmato all'ambasciata turca a Mosca. "Esprimo le mie più sincere e sentite condoglianze alla leadership della Turchia e a tutto il popolo turco in relazione all'odioso atto terroristico, che è costato la vita a molti civili innocenti", ha scritto Lavrov.
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