sabato 28 settembre 2013
​Storica telefonata tra i due leader: è il primo colloquio tra America e Iran dal 1979. «Risolvere e superare le differenze sul programma nucleare è possibile» (Loretta Bricchi Lee)
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L'atmosfera, nelle relazioni tra Iran e Stati Uniti, «è molto diversa che nel passato». Ieri, il presidente della Repubblica Islamica, Hassan Rohani, dal Palazzo di Vetro dell’Onu, continuando la sua “politica dei sorrisi”, ha auspicato che «le discussioni con le grandi potenze mondiali portino a risultati tangibili in poco tempo»; annunciando che un primo piano sul nucleare «verrà presentato a Ginevra». In serata, poi, la notizia della telefonata tra lo stesso Rohani e Barack Obama, primo contatto diretto tra un presidente Usa e un presidente iraniano dalla Rivoluzione islamica del 1979, come sottolineato dallo stesso Obama. «Risolvere e superare le differenze sul programma nucleare dell’Iran è possibile», ha detto il presidente Usa, che ha chiesto al’Iran «azioni significative, verificabili e trasparenti che potrebbero portare ad un alleggerimento delle sanzioni» verso Teheran. L’incontro dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza più la Germania, fissato per il 15 e 16 ottobre a Ginevra, seguirà la riunione dei cosiddetti 5+1 di due giorni fa, al termine del quale, il segretario di Stato Usa, John Kerry ha invitato la controparte iraniana, Mohammad Javad Zarif, a «parlare per qualche minuto», attuando, di fatto, una svolta storica. Il faccia a faccia di mezz’ora è stato «molto costruttivo», ma il diplomatico Usa ha messo in chiaro che «un incontro e un cambiamento di tono, seppur benvenuto, non risponde a tutte le questioni», concludendo che «rimane molto lavoro da fare». Concorde, il ministro degli Esteri iraniano che, nel dirsi «soddisfatto da questo primo passo», ha espresso cautela sul futuro. «Dobbiamo vedere se si può fare seguire, alle parole positive, seri fatti sostanziali», ha infatti preso atto, sottolineando che «mentre si procede, ci dovrà essere la rimozione totale delle sanzioni, sia bilaterali, che unilaterali che multilaterali che di quelle Onu». Come ha spiegato Kerry, però, «deve essere stabilita un procedura trasparente e verificabile» sul programma di arricchimento nucleare che l’Iran giustifica per uso civile, ma che Washington e i suoi alleati sospettano per scopo militare.
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