lunedì 25 aprile 2022
La Corte d'appello ha sospeso la condanna a morte di Melissa Lucio, madre di 14 figli, accusata della morte di una delle figlie più piccole nel 2007. Nei giorni scorsi aveva scritto anche al Papa
Melissa Lucio ha 53 anni e ha scritto una lettera al Papa nelle scorse settimane: "Ho fatto molti errori e porto il grande fardello delle colpe che ho commesso. Una parte di me ritiene di non meritare di vivere". E ancora nella lettera a Francesco: "Ho sempre creduto in Dio ma a quel tempo non riuscivo a sentire il suo amore. L’ho implorato, ho mendicato la sua misericordia, il suo sostegno, la sua forza. Non potevo farcela da sola".

Melissa Lucio ha 53 anni e ha scritto una lettera al Papa nelle scorse settimane: "Ho fatto molti errori e porto il grande fardello delle colpe che ho commesso. Una parte di me ritiene di non meritare di vivere". E ancora nella lettera a Francesco: "Ho sempre creduto in Dio ma a quel tempo non riuscivo a sentire il suo amore. L’ho implorato, ho mendicato la sua misericordia, il suo sostegno, la sua forza. Non potevo farcela da sola". - Innocent Project

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È stata sospesa la condanna a morte in Texas di Melissa Lucio, madre di 14 figli, accusata della morte di una delle figlie più piccole nel 2007. Lo ha deciso la Corte d'appello secondo quanto riferiscono i suoi avvocati.

La donna, che nei giorni scorsi aveva anche scritto una lettera a papa Francesco, si è sempre detta innocente e negli ultimi giorni la sua famiglia e gli attivisti hanno moltiplicato gli appelli per fermare la sua esecuzione.

Lucio è stata condannata con l'accusa di aver ucciso nel 2007 la figlia Mariah, 2 anni, nella contea di Cameron. La bimba, secondo la difesa, è deceduta per le ferite interne riportate due giorni dopo una caduta accidentale, mentre l'accusa sostiene che sarebbe stata picchiata.

Come raccontato già da Avvenire il caso ha diviso l’America. La difesa ha sempre sostenuto che la Procura si sarebbe accanita su Melissa per la sua povertà estrema e il passato di abuso di droghe e di violenze subite. Dopo oltre cinque ore di interrogatorio, la madre messicana, dopo aver negato cento volte l'omicidio, avrebbe detto: «E' probabile che io sia responsabile».
Una frase suscettibile a molte interpretazioni che, però, è stata impiegata durante il processo, insieme ai molti lividi trovati sul corpo di Mariah, per ottenere la massima pena. Gli avvocati di Lucio hanno spiegato che la piccola soffriva di un problema di coagulazione che avrebbe potuto spiegare gli ematomi e che non sussisteva alcuna prova di un presunto maltrattamento.


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