giovedì 7 febbraio 2019
«Esecuzioni per sconfiggere il narcotraffico». L'annuncio del presidente Maithripala Sirisena sulla scia di quanto sta accadendo nelle Filippine con Duterte. Sono 1.300 i detenuti condannati
Il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena

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L’”esempio” del presidente filippino Rodrigo Duterte purtroppo fa proseliti. Il presidente dello Sri Lanka Maithripala Sirisena ha infatti annunciato che nel giro di due-tre mesi porrà fine alla moratoria sulla pena di morte che vige nel Paese da ormai 43 anni. In particolare, proprio come sta succedendo nelle Filippine, a venire messi a morte saranno i condannati per crimini relativi al narcotraffico. Già nei mesi scorsi Sirisena aveva lodato la violenta campagna del filippino Duterte come un “esempio per il mondo”. Ora il passo successivo. Parlando in Parlamento, ha infatti fissato una prima scadenza per le esecuzioni. “Abbiamo bisogno di norme inflessibili per avere una società spirituale e rispettosa della legge - ha sottolineato -. Il Paese assiste al diffondersi di molte droghe, dalla marijuana alla cocaina all’eroina. Entro due-tre mesi metterò in pratica la decisione che ho preso di implementare la pena di morte”.

Sirisena, presidente che ha un basso tasso di popolarità e che dovrà affrontare una dura battaglia per la rielezione nel 2020, ha affermato di aver cercato negli ultimi mesi di rendere più spedite le procedure relative ai casi di detenuti nel braccio della morte, ma di aver dovuto affrontare ritardi burocratici, anche perché i detenuti continuano a presentare appelli. A dicembre 2018 erano 1.299 i prigionieri condannati a morte, incluse 84 donne. E almeno una ventina sarebbero i condannati relativi a crimini per droga, con almeno 8 di loro il cui caso è ancora sotto appello. L’ultima esecuzione nello Sri Lanka è avvenuta nel 1976. Da allora le condanne decise dai giudici sono state sospese.

“Chiedo alle organizzazioni per i diritti umani di non aver nulla da obiettare all’implementazione della pena di morte, perché ciò verrà fatto per controllare la minaccia della droga e le attività clandestine nello Sri Lanka”, ha aggiunto Sirisena. Lo scorso novembre una squadra speciale della polizia, che era stata istituita negli anni Ottanta per combattere i miliziani Tamil, è stata posta sotto lo stresso controllo della presidenza allo scopo di combattere il narcotraffico. Nelle scorse settimane sono stati molti gli arresti messi a segno proprio da questa unità.

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