lunedì 29 dicembre 2008
Guerriglieri tamil hanno assaltato l'istituto nell'area di Kilinochchi per reclutare a forza i ragazzi e farli combattere contro l'esercito che ha lanciato nelle scorse settimane una dura offensiva contro i ribelli.
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Ribelli tamil hanno rapito almeno 16 ragazzini da un orfanotrofio cattolico nel nord dello Sri Lanka per farli combattere nelle loro fila. La notizia è stata diffusa dal ministero della Difesa che cita le testimonianze di alcune decine di profughi scappati dalla zona. Il fatto è accaduto a Dharmapuram, un piccolo centro nei pressi di Kilinochchi, circa 300 chilometri a nord della capitale Colombo. Secondo il racconto dei testimoni, i ribelli hanno fatto irruzione nell’orfanotrofio nella tarda serata di venerdì 26 dicembre aggredendo i due sacerdoti presenti, bendandoli e picchiandoli e chiedendo di consegnare loro tutti i ragazzi di età superiore ai 12 anni. Secondo il racconto, l’azione dei ribelli appartenenti alle Tigri Tamil (Ltte) è andata avanti per diverse ore, fino a sabato mattina quando hanno «portato via come bestie al macello» almeno 16 ragazzi. Un portavoce della Chiesa cattolica a Colombo ha detto di non poter verificare la notizia perché tutte le comunicazioni con l'orfanotrofio risultano interrotte. L’istituto originalmente era presente nella città di Kilinochchi ma è stato spostato nella vicina Dharmapuram per sfuggire alle continue pressioni delle Tigri Tamil. Kilinochchi, infatti, è la capitale politica e ormai l’ultima roccaforte del gruppo armato. Da molto tempo la città è nell’occhio del ciclone, al punto che lo scorso settembre tutte le agenzie umanitarie internazionali sono state evacuate dall’area. Sono rimaste soltanto due organismi cattolici, la Caritas e il Jesuit Refugee Service (Jsr), che hanno continuato a portare soccorso e solidarietà agli oltre 300mila sfollati presenti nella città e nei dintorni. Dal 23 novembre l’esercito srilankese ha lanciato una durissima e sanguinosa offensiva per conquistare Kilinochchi, che ha già provocato centinaia di morti sia tra i ribelli sia tra i militari governativi. Ma a pagare le conseguenze del conflitto sono soprattutto i civili e invano i vescovi cattolici e anglicani ad entrambi i contendenti hanno chiesto lo scorso 19 dicembre una tregua, almeno per poter celebrare degnamente i misteri del Natale. Se l’esercito ha indirettamente risposto annunciando la scorsa settimana che 57 divisioni stanno avanzando da diverse direzioni verso la città di Kilinochchi, il capo politico delle Tigri Tamil, Balasingham Nadesan, in una intervista all’agenzia Reuters ha detto lo scorso 23 dicembre che il suo gruppo continuerà a combattere «per distruggere l’economia dello Sri Lanka». «Quando l’economia del governo sarà distrutta – ha detto Nadesan – anche la sua guerra genocida contro il nostro popolo sarà indebolita».Le Tigri tamil nel 2008 hanno incassato diverse sconfitte militari, con 2.250 perdite dichiarate (8mila secondo il governo di Colombo) e una drastica riduzione del territorio controllato. In 25 anni di guerra civile l’esercito singalese non si era mai trovato in posizione migliore e Kilinochchi è considerato l’ultimo bastione da far cadere. Proprio in questa città Il 26 dicembre le Tigri hanno invitato gli 8mila ragazzi e ragazze sopra i 12 anni a presentarsi per essere reclutati, minacciando di farlo con la forza in ogni caso. A Kilinochchi sono rifugiati anche alcune migliaia di cattolici costretti a fuggire dai loro villaggi - nelle diocesi di Mannar e Jaffna - che nei mesi scorsi sono stati teatro degli scontri armati tra esercito e ribelli tamil.
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