sabato 6 agosto 2022
La decisione dopo una mattinata di scambi di accuse fra Mosca e Kiev per un bombardamento nell'area
La centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina

La centrale nucleare di Zaporizhzhia, in Ucraina - Reuters

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Arriva dopo una mattinata di scambi di accuse fra Mosca e Kiev la decisione di Energoatom, la società ucraina per l'energia atomica, di spegnere uno dei reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, tornata in queste ore al centro del conflitto - a fuoco e di parole - fra Russia e Ucraina.

Mosca e Kiev attribuiscono gli uni agli altri la responsabilità del nuovo attacco, venerdì, nei pressi del sito nucleare che è tanto strategico quanto ormai simbolico, con Kiev che rimarca la gravità e la pericolosità del gesto, fino a chiedere una presa di posizione dell'Onu e dell'Aiea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, affinché si esiga che i russi lascino il territorio della centrale occupato da tempo, consegnandolo al controllo di una commissione speciale. Lo ha scritto su Twitter il consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente ucraino, Mykhailo Podolyak, bollando tra l'altro l'ultima operazione russa nell'area come una «pericolosa provocazione». Mentre parla di «violazione grave e irresponsabile» l'Ue, che condanna le attività militari della Russia intorno alla centrale con un tweet dell'Alto rappresentante Josep Borrell, in cui si chiede che l'Aiea abbia accesso all'aerea.

Il Ministero della Difesa di Mosca invece accusa l'esercito ucraino: "L'attacco dell'artiglieria ucraina avrebbe potuto causare un incidente nucleare. È stata una pura fortuna che sia stato evitato". Lo scrivono le agenzie di stampa statali russe. "Gli attacchi ucraini hanno causato la perdita di potenza di alcune apparecchiature della terza unità della centrale e la diminuzione della capacità della quarta unità", ha aggiunto il ministero.

La centrale di Zaporizhzhia è diventata drammaticamente nota dall'inizio del conflitto: si trova nella città di Enerhodar, nel sud-est dell'Ucraina, lungo il fiume Dnipro, territorio dove le forze russe hanno guadagnato un avamposto e che in gran parte controllano.

La complicazione però sta nel fatto che la gestione e l'amministrazione della centrale - rimasta attiva e di cruciale importanza per il fabbisogno energetico dell'Ucraina- rimane in mano a Kiev, e ciò crea una particolare 'convivenzà con i militari russi che presidiano la zone e ne fa teatro di scontro, verbale e fisico, ad altissima intensità, considerato l'elevato livello di rischio.

Da cui la decisione di Energoatom, comunicata in giornata, di fermare uno dei reattori: «Uno dei reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, sotto il controllo delle forze russe, è stato spento, il bombardamento di ieri ha causato un grave rischio per il funzionamento sicuro dell'impianto» ha dichiarato. «In seguito dell'attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, - ha aggiunto Energoatom in un messaggio su Telegram - il sistema di protezione di emergenza è stato attivato su uno dei tre reattori funzionanti, che si è spento».

Ha quindi spiegato che il bombardamento ha «gravemente danneggiato» una stazione di azoto e ossigeno e un «edificio ausiliario», che «c'è ancora un rischio di fuoriuscita di idrogeno e di sostanze radioattive, e anche il rischio di incendio è elevato», ma che l'impianto continua comunque a produrre elettricità e che il personale ucraino vi lavora ancora.

Uno scontro che ha sul suo sfondo 'aggiustamentì militari da parte russa, stando all'ultimo aggiornamento dell'intelligence britannica in cui si segnala che i militari russi si stanno concentrando nel sud dell'Ucraina, in attesa di una controffensiva di Kiev o per prepararsi ad un possibile più vasto attacco.


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