venerdì 20 luglio 2012
James Holmes, 24 anni, ha fatto irruzione in un cinema da un’uscita d’emergenza laterale. Quindi ha fatto esplodere alcune cartucce di gas lacrimogeno e ha iniziato a sparare. Alla fine si è arreso agli agenti senza opporre resistenza. «Sembrava un ragazzo normale».
Quando il male viene a farci visita di Marina Corradi
 Scampati alla strage, si sposeranno
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La prima cinematografica americana di “The dark knight rises” (“Il Cavaliere Oscuro: il ritorno”), l’ultimo episodio della saga di Batman, prometteva scene di sangue e violenza, ma nessuno degli spettatori che hanno affollato il multisala Century 16 di Aurora, nei sobborghi di Denver, in Colorado, per la proiezione di mezzanotte si aspettava di trovarsene faccia a faccia. Ancora una volta, però, lo Stato che nel 1999 fu teatro del massacro della scuola superiore Columbine, è stato colpito da una sparatoria insensata che ha ucciso 12 persone e ne ha ferite altre 38, tra cui un bambino di soli tre mesi, lasciando il Paese – come ha sottolineato il presidente Barack Obama – «sotto choc e rattristato» e aprendo nuove domande sulle ragioni di tanta ferocia. Solo poche scene dall’inizio dell’atteso film di Christopher Nolan, vestito di nero ha fatto irruzione nella sala 9 da un’uscita d’emergenza laterale, ha fatto esplodere alcune cartucce di gas lacrimogeno e, dopo il loro scoppio, senza dire una parola, ha iniziato a sparare. Il primo colpo, quasi ad attirare l’attenzione generale, è stato puntato verso il soffitto, ma i successivi sono andati a segno, indiscriminatamente e hanno colpito uomini, tra cui 4 militari di una vicina base militare, donne, di cui una incinta, e bambini, scatenando il caos.Il killer, identificato più tardi in James Holmes, un giovane bianco di 24 anni, era preparato al massacro: protetto da giubbotto antiproiettile, casco, occhialoni e maschera antigas ha potuto muoversi senza problemi lungo i corridoi della sala cinematografica mentre il denso e irritante fumo ritardava la fuga degli spettatori e le armi in suo possesso, un fucile, due pistole e un’arma d’assalto a ripetizione simile al potente AK-47 gli garantivano una pesante fornitura di proiettili.A confermare le sue intenzioni di uccidere il numero più alto possibile di persone sono poi le munizioni ritrovate nella sua auto parcheggiata accanto alla porta d’emergenza del multisale che aveva forzato per entrare e dove le forze dell’ordine sopraggiunte pochi minuti dopo l’allarme l’hanno bloccato, arrestandolo senza che opponesse alcuna resistenza. Ai poliziotti si sarebbe limitato a dire sorridendo, «Io sono il Jocker», riferendosi al celebre nemico del vendicatore mascherato, interpretato da Jack Nicholson nel primo film della serie, "Batman" diretto da Tim Burton nel 1989.Il bilancio dei morti potrebbe inoltre crescere viste le condizioni critiche di alcuni feriti. Inizialmente, poi, c’era il timore che ordigni esplosivi nascosti potessero creare ulteriori vittime. Secondo indiscrezioni, infatti, il killer avrebbe confessato alle forze dell’ordine di aver innescato una bomba all’interno della propria abitazione e apparentemente le squadre dell’Fbi – che hanno evacuato l’intero complesso residenziale in un sobborgo di Denver – avrebbero rilevato esplosivi «molto sofisticati» che per essere disinnescati potrebbero richiedere fino ad alcuni giorni.Nel frattempo, si cerca un movente anche se, come ha ricordato ieri il presidente Barack Obama – che ha interrotto la campagna elettorale in quanto «giorno di preghiera e riflessione, non di politica», ordinando bandiere a mezz’asta in tutto il Paese per 6 giorni in onore delle vittime della strage – «non capiremo mai perché accadono queste cose, in quanto tragedie senza senso, oltre ogni logica». La famiglia del killer che ha diffuso una nota dicendosi vicino «a coloro rimasti coinvolti nella tragedia», non ha rilasciato dichiarazioni sul ragazzo. Si escluderebbe inoltre il legame con il terrorismo – anche se la polizia ha deciso di rafforzare in via precauzionale la sicurezza nei teatri di New York – e si starebbe indagando su problemi personali visto che Holmes dopo essersi iscritto l’anno scorso a un dottorato di ricerca in scienze neurologiche presso l’università del Colorado era intenzionato a ritirarsi.Rimane da stabilire se il giovane abbia agito da solo e, soprattutto come abbia potuto fornirsi delle armi devastanti che ha utilizzato. Uno dei dibattiti più scottanti, ogni volta che l’America viene colpita da una strage, riguarda infatti la legislazione che in alcuni stati, tra cui il Colorado, permette il trasporto di armi per la legittima difesa.
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