martedì 15 gennaio 2013
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​Dubbi e timori all’Eliseo, ben presto confermati: una mattina difficile ieri a Parigi. Uscendo da una riunione il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian non si faceva illusioni. Nessuna speranza sulla sorte di Denis Allex, agente dei servizi segreti ostaggio dei ribelli islamisti dal luglio del 2009 e per un militare francese disperso dopo il fallito blitz di sabato scorso. «Tutto ci lascia pensare che gli Shabaab preparino una messinscena macabra e indegna» con i corpi.Oltre allo smacco dell’obiettivo fallito – un blitz dal forte significato dimostrativo all’inizio delle operazioni in Mali – il dileggio mediatico. La Difesa francese aveva subito sostenuto che la fallita operazione del commando dei servizi (Dgse) si fosse conclusa con 20 morti: l’ostaggio, due soldati francesi e 17 «terroristi».Poche ore dopo i miliziani di al-Shabaab postavano su Twitter la foto di un cadavere: il comandante francese che sabato aveva tentato la liberazione dell’ostaggio. L’immagine mostrava il corpo senza vita di un giovane uomo con giacca, pantaloni e anfibi militari: ben visibile un elmetto, una pistola, un mitra e un giubbotto antiproiettile. Provocatoria la didascalia: «François Hollande, ne valeva la pena?». Una seconda immagine, ripresa in primo piano, mostrava una catenina con una croce. Ancora più cruda la seconda didascalia: «Il ritorno dei crociati, ma la croce non l’ha salvato dalla spada».Un’ora dopo, sempre con un messaggio su Twitter, gli integralisti di al-Shabaab annunciavano di aver deciso con un «verdetto unanime» la «sorte» di Denis Allex. Una esecuzione politica, dunque, a contrastare la tesi di Parigi di una morte nel blitz. Sabato un portavoce aveva dichiarato che l’ostaggio era «ferito, ma vivo», annunciando un processo entro 48ore.Una operazione pianificata da Parigi, ma a cui gli Stati Uniti hanno fornito il loro «supporto tecnico limitato», come spiegato in una lettera al Congresso del presidente Obama. Una comunicazione di prassi quando le forze armate statunitense sono impegnate in una qualsiasi azione. I caccia americani venerdì notte erano partiti da Camp Lemonnier, a Gibuti entrando per poco tempo nello spazio aereo somalo, ma senza aprire fuoco.Denis Allex, in ostaggio dal luglio del 2009 era detenuto, secondo il governo francese, «in condizioni pesantissime». Il raid, impiegando almeno 5 elicotteri, a 3 chilometri da Bulomarer, incontrando una «resistenza più forte del previsto». È dal 2006 che gruppi jihadisti controllano gran parte della Somalia, in particolare le regioni meridionali, scalzando i vecchi signori della guerra. A partire dal 2011, dopo l’avanzata su Mogadiscio, gli islamisti pressati dalle forze governative sostenute da truppe straniere, hanno perso il controllo delle principali città ma restano molto ben radicati in tutto nell’entroterra meridionale.
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