giovedì 21 febbraio 2013
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​Allarme fondi per l'emergenza in Siria: Unicef lancia un appello per 68 milioni di dollari per far fronte alla crisi dell'acqua, dei servizi igienici, della nutrizione e del supporto psicologico. Meno del 20% dell'appello risulta coperto. Questa mancanza di fondi «limita l'aumento della risposta all'emergenza».A pagare le conseguenze più pesanti del conflitto sono i bambini che «sono stati arrestati, mutilati e uccisi. Sempre più bambini - afferma il presidente dell'Unicef Italia Giacomo Guerrera - sono costretti ad abbandonare le proprie case e cercare rifugio in altri luoghi, perdendo la scuola e le vaccinazioni di base. Più il conflitto si trascina, più alto è il rischio di avere una generazione “perduta” di bambini che porteranno le cicatrici fisiche ed emotive di questo conflitto per molti anni a venire».Nonostante l'intensificarsi delle violenze e la mancanza di fondi - precisa un comunicato - l'Unicef sta rafforzando l'invio degli aiuti in Siria, considerato che più di 4 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria; almeno metà della popolazione sono bambini. «Anche se la situazione si è deteriorata, l'Unicef è riuscito ad aumentare le proprie operazioni per fornire aiuti di prima necessità come coperte, kit igienici, teli di plastica e biscotti ad alto potenziale nutritivo - ha detto Youssouf Abdel-Jelil, Rappresentate dell'Unicef in Siria - Con l'attuale situazione della sicurezza, è stata una grande sfida raggiungere alcune di queste aree».Di recente l'Unicef ha partecipato ad una missione con altre agenzie che hanno consegnato aiuti salvavita a circa 6.000 sfollati a Karameh, provincia di Idlib. Fra l'altro, nel nord della città di Aleppo, l'Unicef e i suoi partner hanno distribuito 45.000 coperte, aiuti di cui la popolazione ha disperato bisogno in questo rigido inverno.A Tartus e Homs, l'Unicef ha raggiunto 7.000 bambini con 176 kit scolastici. Continua anche la distribuzione di 1.000 tonnellate di sostanze di cloro per il necessario trattamento idrico. Per l'Unicef, a causa della distruzione delle infrastrutture idriche, la disponibilità di acqua in alcune aree è calata ad un terzo rispetto ai livelli precedenti al conflitto.
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