giovedì 31 marzo 2011
«Il presidente Assad ha risposto nel modo più giusto alle proteste di questi giorni, costringendo il governo alle dimissioni e promettendo riforme. La Siria è un modello di laicità e apertura per tutti i Paesi arabi». Lo afferma Gregorio III Laham, patriarca di Damasco, A capo dei cattolici greco melchiti di tutto il Medio Oriente. Una Ong vicina ai Fratelli Musulmani e con base a Londra parla di 25 vittime negli scontri ieri a Latakia tra polizia e un gruppo di manifestanti.
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"Il presidente Assad ha risposto nel modo più giusto alle proteste di questi giorni, costringendo il governo alle dimissioni e promettendo riforme. La Siria è un modello di laicità e apertura per tutti i Paesi arabi". Lo afferma su "Il Sussidiario.net" Gregorio III Laham, patriarca di Damasco, commentando il discorso di Bashar al-Assad che ha parlato per la prima volta in pubblico dall'inizio delle proteste. "Non si può dimenticare che Assad ha parlato della Siria come della culla del Cristianesimo", sottolinea Gregorio III che nel 2001 convinse Giovanni Paolo II a recarsi in Siria e visitare la moschea di Damasco. "Assad ha parlato in pubblico e martedì - rileva il capo dei cattolici greco melchiti di tutto il Medio Oriente - c'è stata una dimostrazione in tutto il Paese a favore del presidente e per chiedere il ritorno alla calma e un avvenire migliore per tutti. Le proteste contro il regime ci sono state e ci sono tuttora, ma la Siria è un Paese laico, credente e aperto. E io sono testimone di molte iniziative positive intraprese dal regime in questi anni. Il Paese si sta sviluppando, e chiediamo che lo faccia sempre di più"."Il mio auspicio - conclude il patriarca Gregorio III - è che Assad prepari un nuovo progetto politico più articolato e adatto alla situazione attuale. È normale quindi che per andare in questa direzione si cambi il governo, la ritengo una risposta positiva da parte del presidente. Il coinvolgimento dei cittadini in Siria avviene già a molti livelli, non incominciamo quindi da zero. Mi auguro perciò che questa crisipossa essere l'inizio di una nuova era". ASSAD ORDINA DI INDAGARE SULLE UCCISIONI DEI CIVILIIl presidente Bashar al-ASsad, ha costituito oggi dei comitati per indagare nelle morti tra i civili durante le quasi due settimane di disordini e ha sostituito le leggi di emergenza. Il presidente ha anche costituito un comitato che metta a punto un sistema per concedere la cittadinanza siriana a circa 25mila curdi entro il 15 aprile. Si tratta di un passo che andrebbe incontro alle richieste curde espresse già da molto tempo. I curdi, la più grande minoranza etnica in Siria, si sono spesso lamentati di essere perseguiti dalle autorità siriane. Nel 2004 gli scontri, che cominciarono nella città nordorientale di Qamishli tra i curdi siriani e le forze di sicurezza, causarono almeno 25 vittime e il ferimento di circa 100 persone.LA DENUNCIA: 25 VITTIME A LATAKIAUn gruppo vicino ai fratelli musulmani con base a Londra, il Csdu, sostiene che ci sarebbero almeno 25 morti tra la popolazione a Latakia (350 chilometri a nord-ovest di Damasco) in seguito alle proteste tra la polizia e le centinaia di manifestanti scesi per strada ad esprimere la loro delusione per il discorso in parlamento del presidente siriano Basher al-Assad. PRIMO MINISTRO LIBANESE TELEFONA PER APPOGGIO AD ASSADIl primo ministro libanese designato Najib Miqati ha telefonato oggi al presidente siriano Bashar al-Assad, esprimendogli le sue congratulazioni per il sostegno espresso dal popolo siriano per la sua leadership. Lo riporta il sito libanese di notizie Naharnet. Miqati si è anche complimentato con Assad per essere riuscito a spegnere i tentativi di creare disordini in Siria in seguito alle recenti manifestazioni che si sono svolte nel Paese.AUMENTO DI STIPENDIO PER I DIPENDENTI PUBBLICIIl presidente siriano Bashar al-Assad ha approvato un decreto che prevede un aumento immediato degli stipendi pubblici del 20 e del 30 per cento, come aveva promesso ieri in un discorso pronunciato in parlamento. Lo rende noto l'agenzia di stampa ufficiale Sana, precisando che il decreto emenda un provvedimento precedente ed estende gli aumenti anche al personale delle ambasciate all'estero.Il decreto, in sostanza, unifica le due classi di retribuzione previste finora e stabilisce che, chi ha uno stipendio mensile inferiore alle 10mila lire siriane (circa 150 euro) avrà un aumento del 30 per cento, chi ha uno stipendio più alto godrà di un aumento del 20 per cento. Per il personale delle ambasciate l'aumento è del 25 per cento. Il provvedimento, che prevede anche una serie di altri benefit, entra in vigore a partire da domani.
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