venerdì 17 giugno 2011
Le forze di sicurezza siriane hanno ucciso 16 contestatori in diverse manifestazioni scoppiate in tutta la Siria per chiedere l'uscita di scena del presidente Bashar al-Assad. Lo ha riferito un gruppo di attivisti per i diritti umani.
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Le forze di sicurezza siriane hanno ucciso 16 contestatori in diverse manifestazioni scoppiate in tutta la Siria per chiedere l'uscita di scena del presidente Bashar al-Assad. Lo ha riferito un gruppo di attivisti per i diritti umani. Tra le persone uccise ci sarebbe anche il primo morto nella seconda città della Siria, Aleppo, importante hub commerciale, ha fatto sapere il Local Coordination Committees.Aleppo, città in gran parte sunnita con una minoranza significativa e una classe mercantile molto legata alla gerarchia dirigente alawita, era stata sostanzialmente estranea agli scontri, fatta eccezione per il campus universitario in periferia. Le proteste di oggi sono scoppiate nonostante la promessa che il cugino di Assad, il magnate Rami Makhlouf, per i contestatori un simbolo di corruzione e irresponsabilità, rinuncerà al suo impero economico e donerà la sua notevole ricchezza in beneficienza. Testimoni a Deir al-Zor, città della Siria orientale, hanno detto che due persone sono state uccise mentre tentavano di strappare i poster di Assad e del padre, che ha governato per 30 anni prima della sua morte del 2000. La tv di Stato, invece, ha detto che uomini armati hanno ucciso un membro delle forze di sicurezza a Homs e ne hanno feriti 20.Attivisti hanno riferito che migliaia di persone hanno manifestato anche a Deraa, nel sud, dove sono scoppiate le rivolte contro Assad tre mesi fa, nell'est curdo, a Homs e Hama, città a nord di Damasco, e in alcuni quartieri della capitale. Le preghiere musulmane del venerdì sono state ancora una volta punto di partenza per le proteste contro il regime, ispirate dalle rivolte che hanno costretto alle dimissioni i leader di Tunisia ed Egitto.Residenti hanno detto che due città del nord sono state circondate dall'esercito, cinque giorni dopo che i militari hanno riconquistato la città di Jisr al-Shughour e costretto migliaia di rifugiati a scappare nella vicina Turchia. Gruppi di attivisti per i diritti umani hanno parlato di 1.300 civili e più di 300 tra poliziotti e soldati rimasti uccisi dall'inizio della sommossa a marzo, oltre a 10.000 persone arrestate.
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