mercoledì 6 aprile 2016
COMMENTA E CONDIVIDI
Messo alle corde dall’intervento russo, incalzato dall’offensiva dell’esercito siriano, il Deash starebbe ricorrendo alle armi chimiche. Lo ha denunciato la televisione di Stato siriana Ikhbariyah, secondo la quale «i terroristi hanno sparato razzi contenenti gas mostarda». Nel mirino i militari siriano che presidiano l’aeroporto militare a sud di Deir ez Zor, nella Siria orientale al confine con l’Iraq. La notizia è stata confermata anche da una fonte militare citata dalla Ria Novosti, secondo la quale «i militanti di Daesh hanno attaccato l’aerodromo di Deir ez Zor con razzi contenenti una sostanza chimica velenosa. I difensori della base aerea hanno riportato che alcuni soldati sono morti soffocati». Non si conosce il numero delle vittime. Secondo l’agenzia stampa Amaq, vicina al Daesh, i miliziani hanno anche lanciato un attacco su larga scala contro il villaggio di Jufrah che si trova vicino all’aeroporto. L’at- tacco è stato sferrato da due attentatori kamikaze contro veicoli dell’esercito, causando «decine di morti». Un altro episodio rischia di rendere accendere nuove tensioni. Un aereo dell’esercito siriano è stata abbattuto da un missile terra- aria, nei pressi di Aleppo. Il pilota, colonnello Khaled Said, sarebbe stato catturato, secondo alcune fonti, dal Fronte al-Nusra, a filiale locale di al-Qaeda. Il jet, secondo la ricostruzione dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, ha preso fuoco prima di precipitare sull’altopiano di Talat al-Iss, con- quistato dai miliziani affiliati ad al-Qaeda, colpiti in questi giorni dai bombardamenti dei jet russi e siriani. Secondo altri fonti, invece, il pilota sarebbe nelle mani dell’Esercito libero siriano che avrebbe postato un video di trenta secondi nel quale si vede l’aereo mentre precipita e la successiva cattura. Sarebbe disperso invece l’altro pilota. E mentre le Nazioni Unite fanno sapere che i colloqui di pace ripartiranno lunedì a Ginevra, un segnale di speranza arriva da Quaryatayn, la città da poco tornata sotto controllo dell’esercito siriano. Gli uomini del Daesh hanno lasciato una scia di morte e distruzione che ha colpito anche il santuario di Mar Elian, dove fin dai primi giorni di occupazione, nell’agosto 2015, «avevano – scrive l’agenzia Fides – profanato brutalmente la tomba del Santo: «Ma le reliquie di Mar Elian, sparse intorno al sepolcro del Santo, non sono andate perdute: potranno essere raccolte e ricomposte, e intorno a esse potrà di nuovo raccogliersi la vita e la devozione dei cristiani della regione». «Che le reliquie di Mar Elian non siano andate perdute – ha commentato padre Jacques Jacques Murad, il Priore della comunità monastica, affiliata al monastero di Deir Mar Musa al Abashi, che negli ultimi anni aveva fatto rifiorire l’antico Santuario del V secolo, collocato alla periferia di Quaryatayn – è per me un segno grande». Padre Jacques Murad era stato lui stesso preso prigioniero da un commando di jihadisti che il 21 maggio 2015 aveva fatto irruzione nel santuario e lo aveva sequestrato, e ha potuto ritrovare la piena libertà soltanto lo scorso 11 ottobre. © RIPRODUZIONE RISERVATA DEVASTATO. Il monastero di Mar Elian attaccato dal Daesh (Ansa/Ap)
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: