giovedì 22 agosto 2013

Dopo la strage di centinaia di persone avvenuta ieri a est di Damasco, la Francia preme sull'Onu: serve rispondere con forza. Hollande incalza: «Probabile l'uso di armi chimiche». Si muove il segretario Ban Ki Moon, che chiede libertà di azione per gli ispettori e ordina: «Investigare senza indugio». Poi invia la sua vice a Damasco. Trovate altre vittime.
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L'Onu si era limitato a chiedere "chiarezza" sulle accuse dei ribelli siriani, secondo i quali il regime di Damasco avrebbe usato i gas sui civili provocando un milgliaio di morti incluse donne e bambini. Ma il presidente francese Hollande ha parlato di "probabile uso di armi chimiche" dopo un colloquio con Ban Ki Moon. E sotto il pressing francese il segretario delle Nazioni Unite ha accelerato il passo, facendo sapere che il possibile uso di armi chimiche in Siria deve essere "investigato senza indugio". L'ordine è arrivato dritto alla sua vice Angela Kane, che è stata incaricata di recarsi a Damasco. L'inchiesta, dunque, partirà subito. Ban ha già chiesto alla Siria di lasciare accedere il team di ispettori già sul posto ai luoghi dove sarebbero stati usati i gas. Una richiesta formale è stata inviata dalle Nazioni Unite al governo siriano e Ban si aspetta una risposta positiva "senza indugi".C'è infatti "forte preoccupazione" tra i Quindici per le drammatiche immagini approdate su YouTube. Per l'ambasciatrice americana Samantha Power, le notizie dalla Siria sono "devastanti" e "l'Onu deve andar lì in fretta. Se le accuse saranno confermate i responsabili dovranno finire davanti alla giustizia".  Stretta alleata del presidente siriano, la Russia ha espresso tuttavia scetticismo sulle accuse - smentite categoricamente fin da subito dal governo di Damasco, tanto più in presenza di ispettori Onu nel Paese - sospettando una "provocazione" e una manipolazione mediatica da parte delle opposizioni. Ma anche Mosca, come gli altri in Consiglio, ha espresso il suo appoggio alla richiesta di accertamenti "imparziali". La Francia: rispondere con forzaLa Ue ha chiesto un'inchiesta sulla strage, e oggi la Francia ha rincarato la dose. Se l'attacco con armi chimiche sui civili in Siria fosse confermato, la comunità internazionale "deve rispondere con la forza": è l'avvertimento del ministro degli Esteri Laurent Fabius, il quale ha però precisato che "non si tratta di inviare truppe sul terreno". "Se il Consiglio di sicurezza dell'Onu non è in grado di prendere decisioni, bisogna rispondere in un altro modo", ha aggiunto. E più tardi è intervenuto anche il presidente Francois Hollande, che in una nota ha detto che è "probabile" che siano state utilizzate "armi chimiche". Hollande ha parlato della situazione con il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon.Israele, dal canto suo,  ha ribadito di essere in possesso di "valutazioni" dei propri servizi segreti che confermerebbero il presunto attacco del regime siriano con gas nervino. Il ministro per gli Affari Strategici, Yuval Steinitz, ha confermato le analoghe dichiarazioni di 24 ore prima da parte del collega della Difesa, Moshè Yaalon, secondo cui emerge come "non sia la prima volta" in cui armi chimiche sono impiegate nel conflitto in Siria. "Il mondo condanna, il mondo indaga, il mondo a parole prende posizione", ha denunciato Steinitz, intervistato dalla radio pubblica, "ma negli ultimi due anni nulla di tangibile o di significativo è stato fatto per fermare il massacro dei propri stessi connazionali da parte di Bashar Assad".Dopo la strage di ieri, intanto, questa mattina le forze del presidente siriano Bashar al-Assad hanno nuovamente bombardato i sobborghi a est di Damasco. Lo hanno riferito attivisti dell'opposizione, spiegando che razzi e colpi di artiglieria pesante hanno colpito i sobborghi di Jobar e Zamalka. Razzi sono esplosi anche nel distretto di Qaboun. I cadaveri di un'altra ventina di vittime dell'attacco con armi chimiche sono stati rinvenuti dall'opposizione a Zamalka, un altro sobborgo della capitale. Lo ha denunciato il portavoce della Coalizione nazionale siriana, tra le principali forze di opposizione al regime di Damasco. "Ci aspettiamo che il numero dei morti cresca perchè abbiamo appena scoperto che nel sobborgo di Zamalka ci sono abitazioni piene di cadaveri", ha affermato Khaled Saleh.
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