giovedì 21 febbraio 2019
Civili ancora intrappolati nella pianura di Baghuz. La stampa Usa: francesi e britannici non colmeranno il vuoto che lasceranno i duemila militari Usa pronti al ritiro
I camion che avrebbero dovuto evacuare i civili dalla pianura di Baghuz (Ansa)

I camion che avrebbero dovuto evacuare i civili dalla pianura di Baghuz (Ansa)

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I soldati francesi e britannici non colmeranno il vuoto che lasceranno nella Siria orientale i duemila militari Usa, pronti a ritirarsi nelle prossime settimane secondo il calendario confermato dal Pentagono. L'indiscrezione, riferita dal Washington Post - basata su fonti governative statunitensi e di altri paesi - è una brutta notizia per le forze curdo-siriane, impegnate da giorni nell'offensiva finale contro l'ultimo bastione del Daesh in Siria, ridotto a un accampamento, tra l'Eufrate e il confine iracheno. Dopo l'evacuazione ieri di circa duemila persone, tra cui 180 miliziani, nessuna persona è più uscita dal campo di tende nella pianura di Baghuz dove si sono riparati gli irriducibili jihadisti assieme a numerosi civili. Proprio la presenza di questi scudi umani ha anche impedito alle forze curde di condurre il blitz finale, che pare rimandato almeno di 24 ore. Circa 200 miliziani iracheni del Daesh, arresi alle forze curde, sono stati consegnati all'Iraq dove li attende la pena di morte per impiccagione.
Secondo il Washington Post, la Francia e la Gran Bretagna hanno respinto la richiesta dell'amministrazione Trump di sostituirsi alle forze americane, come chiesto nei giorni scorsi dai dirigenti delle Forze siriane democratiche, la coalizione siriana guidata dall'ala locale del Pkk curdo, ostile alla Turchia. Il giornale Usa afferma che il ministro degli esteri francese Jean-Yves Le Drian ha detto di esser "stato disorientato" dalla
politica di Trump. Mentre il suo collega britannico Jeremy Hunt ha dichiarato che "non c'è alcuna prospettiva di forze britanniche che rimpiazzino gli americani in Siria". Più che la questione del Daesh, mai veramente sconfitto, il nodo del conflitto latente tra Ankara e i miliziani curdi in Siria sembra essere il motivo all'origine del rifiuto di Parigi e Londra di subentrare alle forze americane. I due alleati europei sono gli unici con truppe sul terreno nella Coalizione internazionale anti Daesh. Secondo le fonti citate dal giornale, Francia e Gran Bretagna sono preoccupate dal fatto che finora gli Usa non sono riusciti a trovare con Ankara un accordo per scongiurare un'operazione militare turca contro il Pkk siriano nel nord del Paese. Una delle principali richieste fatte dall'amministrazione Trump ai suoi alleati europei, compresa la Germania che non ha truppe in Siria, è quella di formare una forza di monitoraggio per pattugliare una zona di sicurezza lungo il confine turco-siriano e profonda una trentina di chilometri dentro il territorio siriano. Nei giorni scorsi, nel mezzo dell'assalto finale alla piana di Baghuz, i leader curdi hanno chiesto ai paesi occidentali di mantenere una forza di 1.500 uomini, sia in funzione anti-turca sia per mantenere stabili le aree "liberate" dal Daesh. Sul campo intanto un attentato dinamitardo, condotto in pieno stile jihadista, ha ucciso una ventina di persone a nord di Baghuz, sulla sponda orientale dell'Eufrate, vicino al campo petrolifero di al Omar, dove le forze curde hanno da giorni allestito un palco da cui annunciare la "vittoria" contro il Deash.

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