lunedì 20 agosto 2012
 I media e altre fonti, scrive il vice ministro degli Esteri Gennady Gatilov su Twitter, indicano "sempre più massicce consegne di armi di fabbricazione occidentale all'opposizione siriana". Intanto continuano gli scontri anche nella capitale. ​
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Mosca accusa nuovamente l'Occidente di armare i ribelli siriani che combattono contro il governo di Bashar al-Assad. I media e altre fonti, scrive il vice ministro degli Esteri Gennady Gatilov su Twitter, indicano "sempre più massicce consegne di armi di fabbricazione occidentale all'opposizione siriana". Per Gatilov, "sarà interessante vedere come i nostri partner occidentali, che chiedono sanzioni contro la Siria, potranno garantire il rispetto delle sanzioni".La Russia ribadisce anche il suo no a qualsiasi sanzione unilaterale contro la Siria e auspica il ritorno degli osservatori internazionali nel Paese mediorientale. "Per quanto riguarda la possibilità di applicare sanzioni - ha detto sempre Gatilov - la Federazione russa ha dichiarato più volte che ogni misura restrittiva deve essere imposta non da Paesi isolati, ma dal Consiglio di sicurezza Onu in caso di estrema necessità". BOMBARDAMENTI IN QUARTIERE A DAMASCOCarri armati siriani hanno bombardato oggi il quartiere di al-Mouadamiya a Damasco, controllato dai ribelli, uccidendo almeno tre persone e ferendone 20. Lo hanno riferito attivisti dell'opposizione sul posto, aggiungendo che i ribelli hanno respinto almeno un tentativo dei blindati di entrare nel quartiere sud-occidentale. Le truppe siriane sono entrate a Mouadamiya alle fine di luglio al termine di un'offensiva di due giorni nella quale oltre 120 persone sono morte ma poi, come in altre aree della Capitale, i ribelli hanno ripreso il controllo dopo che l'esercito si è ritirato per missioni altrove.ALLARME DA ANKARA: IMPOSSIBILE ACCOGLIERE PIU' DI 100MILA RIFUGIATILa Turchia lancia l'allarme alla luce del continuo aumento di arrivi di profughi siriani e chiede l'intervento delle Nazioni Unite per predisporre l'apertura di campi in "aree sicure", zone cuscinetto, all'interno del territorio siriano. "Se il numero dei rifugiati in Turchia supererà le 100mila persone, non avremo più spazio per sistemarle", ha detto il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, citato dal quotidiano turco Hurriyet. "Dovremo cercare di sistemarli in Siria - ha aggiunto - Le Nazioni Unite potrebbero allestire campi in zone sicure ai confini della Siria". In Turchia ad oggi ci sono circa 70mila rifugiati siriani. La maggior parte dei profughi sono stati accolti nelle province di Hatay, Sanliurfa, Gaziantep e Kilis.
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