lunedì 27 agosto 2012
​L'ordigno è esploso in un sobborgo della capitale, al passaggio di un corteo funebre. Intanto il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon si è detto sconvolto dai resoconti di stragi dalla Siria. Diecimila profughi in attesa di entrare in Turchia.
Burattini e burattinai di Claudio Monici
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Un'autobomba è esplosa nel sobborgo Jaramana, a sudest di Damasco, provocando 12 vittime e 48 feriti, di cui numerosi in gravi condizioni. È quanto riferisce la tv di Stato, secondo cui l'esplosione è avvenuta durante un corteo funebre per due sostenitori del regime. L'ONU CHIEDE INCHIESTA INDIPENDENTE SULLE STRAGIIl segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha chiesto un'inchiesta indipendente sul massacro avvenuto nella città siriana di Daraya, dove centinaia di civili sarebbero stati uccisi dalla forze di Assad nel corso di giorni di assedio e poi ammassati in fosse comuni. Il Segretario Generale è "sconvolto" dai resoconti sulla vicenda e "condanna duramente questo crimine orribile e brutale" ha dichiarato il portavoce di Ban Ki Moon, Martin Nesirky. DIECIMILA PROFUGHI VERSO LA SIRIA. Circa diecimila siriani attendono di poter varcare il confine con la Turchia, dove si trovano già più di 80mila rifugiati. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera. Secondo le autorità di Ankara, i siriani potranno entrare in Turchia nell'arco di 24-48 ore.LA UE: STRAGE INACCETTABILE. Inaccettabile». L'Unione Europea usa questo termine per condannare senza se e senza ma il massacro di civili avvenuto a Daraya, in Siria. L'ultima fossa comune con 14 cadaveri è stata scoperta questa mattina, portando il numero delle vittime ad almeno 334. C'è bisogno di maggiore chiarezza su quanto accaduto, spiega Michael Mann, portavoce dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue Catherine Ashton, ma i responsabili «dovranno essere puniti». Secondo quanto denunciato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con sede a Londra, solo sabato - giorno in cui le forze di Assad hanno ripreso il controllo di Daraya - sono state massacrate 120 persone. Ci sono state esecuzioni sommarie condotte dai militari che hanno condotto ricerche dei ribelli casa per casa. L'Osservatorio, inoltre, ha pubblicato su Internet un video, la cui autenticità non può essere accertata, in cui si vedono decine di corpi allineati nelle moschee e nelle cantine delle case.CASA BIANCA: ORA ASSAD SE NE VADA. Le informazioni sulla strage di Daraya «sono una nuova terribile prova della repressione brutale messa in atto da Assad». Lo afferma la Casa Bianca, secondo cui «è sempre più urgente che la comunità internazionale faccia pressioni su Assad per indurlo a lasciare il potere, in modo che possa iniziare una transizione politica».IL MINISTRO TERZI: ORRORE A DARAYA, ASSAD LASCI IL POTERE. Il ritrovamento di fosse comuni a Daraya «suscita orrore e profonda angoscia», commenta il ministro degli Esteri Giulio Terzi, secondo il quale «dovrà essere un'inchiesta indipendente ad accertare i fatti, fermo restando che la condizione per una pace duratura in Siria è la fuoriuscita di Assad dal potere». LA REPLICA DI HAIDAR. Le richieste di dimissioni del presidente Assad sono assolutamente inaccettabili, è la risposta di Ali Haidar, ministro siriano per la riconciliazione nazionale, che aggiunge: «Ogni sorta di interferenza straniera nelle questioni siriane è una violazione della sovranità siriana».LA FRANCIA RICONOSCERÀ IL NUOVO GOVERNO. Francois Hollande, presidente francese, lo assicura davanti alla Conferenza degli ambasciatori di Francia: Parigi sta lavorando per creare "zone tampone" in Siria. La Francia, ha aggiunto Hollande, riconoscerà il governo provvisorio fin dalla sua formazione. «Lo dico con la solennità necessaria - ha poi affermato Hollande davanti al corpo diplomatico riunito - Restiamo molto vigili con i nostri alleati per prevenire l'uso di armi chimiche da parte del regime (siriano), che sarebbe per la comunità internazionale una legittima causa di intervento diretto».DIFFUSE IMMAGINI DELL'OPERATORE TURCO CATTURATO. Cuneyt Unal, un cameraman turco dato per disperso mentre si trovava in Siria è comparso in un video trasmesso da una tv filo-governativa nel quale sostiene di essere stato sequestrato da soldati siriani a nord di Aleppo. L'operatore, che lavora nella tv al-Hurra finanziata dalle Nazioni Unite, è apparso in buone condizioni di salute. Afferma di essere stato catturato ad Aleppo dalle truppe fedeli al regime di Damasco, e di essere entrato in Siria al seguito dei ribelli. SACCHEGGIATO L'ARCIVESCOVADO. Intanto, secondo quanto riferito dall'agenzia vaticana Fides, il palazzo dell'arcivescovado greco-cattolico di Aleppo è stato violato e saccheggiato durante scontri fra miliziani e truppe lealiste. Secondo fonti dell'agenzia, i responsabili «sono gruppi non identificati, che intendono alimentare una guerra confessionale e coinvolgere la popolazione siriana in conflitti settari». Il francescano padre George Abu Khazen, pro-vicario apostolico della comunità cattolica latina, che ha ospitato i confratelli greco-cattolici, ha raccontato che «l'arcivescovo Jeanbart ha espresso grande preoccupazione e costernazione per l'episodio, e ha ripetuto, scosso, un'unica parola: Perchè?». Poi è partito per il Libano, dove si trova tuttora.EMERGENZA RIFUGIATI. Circa 17 mila persone, metà delle quali bambini, sono ospitati nel campo profughi di Zàatari nel nord della Giordania, ma i numeri crescono ogni giorno con centinaia di nuovi arrivi dalla Siria. Quest'ultimo fine settimana si è verificato un aumento significativo del numero di arrivi con più di 2 mila persone che hanno attraversato la frontiera in una sola notte. «Ci aspettiamo 70 mila persone al campo Zàatari entro la fine di quest'anno - ha dichiarato Dominique Hyde, Rappresentante Unicef in Giordania - Dobbiamo agire ora, perchè sono i bambini che continuano a soffrire di più. Sono urgenti maggiori finanziamenti per incrementare le attività di risposta all'emergenza».ASSAD: «SVENTEREMO IL COMPLOTTO». Ieri è intervenuto anche il presidente Bashar el Assad, con minacciose dichiarazioni rilasciate all'agenzia ufficiale Sana dopo l'incontro con un emissario dell'Iran, Alaeddin Borujerdi, ieri in visita a Damasco. «Il popolo siriano non permetterà agli stranieri che complottano contro la Siria di vincere», ha detto Assad, promettendo di sventare «a qualunque costo» il complotto ordito dall'estero. «Quanto sta accadendo non è solo rivolto contro la Siria ma è contro l'intera regione... Perché nella regione la Siria è una pietra miliare e le forze straniere la prendono di mira per portare a termine un complotto in tutta l'area». Le parole di Assad sono senza spazi di mediazione. «La Siria continuerà nella sua strategia di resistenza a dispetto della collaborazione dei Paesi occidentali con alcuni Stati della regione per farle cambiare la sua posizione di contrasto contro la dominazione occidentale e israeliana». Dall'inizio della rivolta, 17 mesi fa, il regime di Damasco accusa i ribelli di essere "terroristi" al soldo degli stranieri, finanziati e armati da Paesi come l'Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia, determinati a sovvertire gli equilibri politico-economici nella regione.

IL GIALLO DI AL SHARAA. Nella guerra di propaganda ieri il regime ha comunque segnato un punto a suo favore: il vice presidente Faruk al Sharaa, di volta in volta dato per rimosso dal suo incarico, fuggito, imprigionato o espatriato in Giordania, è tornato a farsi vedere in pubblico per la prima volta da settimane. È arrivato in auto al suo ufficio a Damasco e ha partecipato all'incontro con l'inviato iraniano. «Serio in volto», non ha rilasciato dichiarazioni ma ha posto fine al mistero sulla sua sorte.
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