mercoledì 25 luglio 2012
Oltre 120mila i profughi siriani che si sono rifugiati all'estero da quando è iniziato il conflitto. Dura la repressione nel Paese. Le truppe fedeli ad Assad hanno inviato rinforzi ad Aleppo per contrastare i ribelli. Mosca accusa Washington e critica le sanzioni della Ue alla Siria.
COMMENTA E CONDIVIDI
Violenza continua in Siria dove la tensione continua a salire e le truppe di Assad passano all'offensiva e bombardano la periferia di Damasco dopo aver già accerchiato Aleppo. Una situazione che ha portato oggi la Turchia a chiudere "per motivi di sicurezza" tutti i valichi di frontiera con la Siria, anche se permetterà l'ingresso ai profughi in fuga dal conflitto tra le forze di sicurezza di Bashar al-Assad e i ribelli. Mentre la tensione sale alle stelle sono arrivate da Mosca dure accuse a Washington. Secondo il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, gli Stati Uniti avrebbero nei confronti di Damasco e della controffensiva dell'opposizione un atteggiamento "che giustifica il terrorismo". La Russia ha anche condannato l'ultimo round di sanzioni dell'Ue a Damasco definendolo un vero e propri"blocco" aereo e navale della Siria, ma ha rassicurato l'Occidente e Israele sulla 'salvaguardià delle armi chimiche. Il ministro degli Esteri, Giulio terzi, ha però insistito che il ruolo di Mosca "è fondamentale" per la risoluzione della crisi. Il conflitto siriano ha "ormai caratteristiche di crimini contro l'umanità", ha detto Terzi riferendosi ai "centinaia di morti al giorno, ai bombardamenti su interi quartieri e al forte timore che vengano impiegate armi chimiche". La violenza infatti non si ferma: per il sesto giorno consecutivo le forze governative siriane si sono scontrate con i ribelli in alcuni quartieri di Aleppo dove nella nottata erano giunti i rinforzi dell'esercito di Assad. Scontri sono stati registrati nel distretto di Bustan al-Qasr, nel sud della città, dove l'esercito ha sparato dagli elicotteri sui cittadini causando morti e feriti. A metà giornata erano già 45 i  morti accertati, la maggior parte dei quali civili.Di fronte a una tragedia che non sembra vedere la fine proseguono le defezioni eccellenti dal regime: due ambasciatori, quella a Cipro e il rappresentante negli Emirati Arabi, hanno lasciato gli incarichi e si sono rifugiati in altri paesi. Scappati dall'esercito siriano anche due altri generali, rifugiatisi in Turchia. Anche la missione Onu, prorogata qualche giorno fa di altri 30 giorni, perde pezzi: secondo alcuni membri infatti già la metà degli osservatori sarebbero già andati a casa.Oltre 120mila profughi. E la situazione si fa sempre più tesa ai confini del Paese. La Turchia ha chiuso "per motivi di sicurezza" tutti i valichi di frontiera con la Siria, ma permetterà l'ingresso ai profughi in fuga dal conflitto tra le forze di sicurezza di Bashar al-Assad e i ribelli. La chiusura delle frontiere è stata annunciata dal ministro per le Dogane e il Commercio, Hayati Yazici. L'Unhcr ha precisato di aver ricevuto assicurazione dal governo di Ankara che il provvedimento riguarda tutto il traffico commerciale ma non i profughi siriani. "Continueranno ad accoglierli e a proteggerli", ha spiegato la portavoce Sybella Wilkes. Solo nella notte altri 300 profughi siriani sono entrati in Turchia, per lo più dai sentieri usati dai contrabbandieri. In totale sono 43mila i profughi riparati in Turchia dall'inizio della rivolta in Siria, 16 mesi fa.Secondo le stime dell’ l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), sono oltre 120mila i rifugiati siriani attualmente registrati in Giordania, Libano, Turchia e Iraq. I governi di questi Paesi hanno però detto di avere notizie di molti più rifugiati che non sono registrati, ha aggiunto l'Unhcr, sottolineando come molti di questi sfollati dipendano da aiuti umanitari e da donazioni. Tre quarti dei rifugiati sono donne e bambini. "Ringrazio moIto i Paesi vicini per tenere i loro confini aperti ai rifugiati", ha detto il Commissario dell'Unhcr Antonio Guterres. In caso contrario, ha spiegato, scarseggerebbero posti di accoglienza, acqua, medicine e cibo.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: